26.8.14

La dolce quiete dell'Osttirol - Repubblica Viaggi

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La dolce quiete dell'Osttirol

«Proprio la cosa più piccola, più sommessa, più lieve, il fruscìo di una lucertola, un soffio, un guizzo, uno sbatter di occhi. Di poco è fatta la miglior felicità». Forse Friedrich Nietzsche, quando ha scritto queste parole, pensava a qualcosa di molto simile all'Osttirol. Certo è che da queste parti, tra il più grande parco nazionale d'Europa e le vette più scoscese delle Alpi, gli Alti Tauri a nord e le Dolomiti di Lienz a sud, lo stare bene è fatto davvero di piccole cose. Di emozioni a contatto con la natura. Di rododendri di montagna, ancora boccioli, timorosi nel loro "venir fuori", forse per paura di avere ancora freddo (l'aria è sempre un po' frizzante). Di passeggiate nei boschi. Passo dopo passo lo scenario cambia prospettiva, riflessi e colori. "Di fronte a una pianta di sambuco togliti il cappello, davanti ad un ginepro mettiti in ginocchio", recita un antico detto. Così tutto è un'esplosione continua di profumi e di piante che lasciano d'incanto e rapiscono lo sguardo, come le orchidee a "scarpetta di Venere", vanitose nel mostrare la propria bellezza e le sfumature di giallo-rosso.

E può capitare di scorgere tra i cieli gli avvoltoi barbuti che sono soliti compiere le loro evoluzioni in aria, attorno alle dieci del mattino, quando le correnti termiche sono più favorevoli. Tra montagne, paesaggi e animali da fotografare, se ne va la giornata. Si può vagare per giorni senza ripetere mai lo stesso percorso, ma sempre in religioso silenzio come se ogni passo ed ogni respiro potesse rovinare la magia. Soprattutto, alla sera per le escursione in notturna con le lanterne, fino al laghetto artificiale di Moosalm.

É questo anche un piccolo paradiso per il turismo attivo, tra chilometri di sentieri per fare trekking o andare in mountain bike, con percorsi di ogni grado di difficoltà, o ancora per cimentarsi su vie ferrate, che consentono anche ai meno allenati di avvicinarsi alle calde pareti dolomitiche. Una facile escursione si può fare lungo il nuovo sentiero "Herz-Ass-Weg", verso la remota vallata Villgratental, incontro ai monti di Villgrat che proteggono i villaggi alpini di Ausservillgraten e Innervillgraten, come se li cingessero all'interno di un grande cuore.

Di ritorno dalle montagne, è l'antica e vezzosa Lienz, chiamata la "perla delle Dolomiti" ad accogliervi. Tutt'intorno si erge una corona di montagna, come una sorta di arena naturale. L'estate è mite e risente dell'aria mediterranea che arriva dall'Italia, tanto da avere anche l'appellativo di "città del Sole". La città sembra uscita da una scatola di giocattoli, tanto è composta e ordinata. Una chicca è la scenografica Hauptplatz, salotto cittadino all'aperto, con palme qua e là a caratterizzarla ulteriormente. Ci si siede all'ombra del Liebburg, il municipio del '700, in uno dei numerosi caffé che affacciano sulla piazzetta. Può capitare che belle ragazze vengano a prendere le ordinazioni, con indosso il Dirndl, l'abito colorato e tradizionale delle donne tirolesi (dirndl è un parola dialettale e vuole anche dire "ragazza"): si compone di un bustino, un top ricamato bianco, una gonna ampia ed un grembiule. Lo sfoggiano con orgoglio, così come alla sera, per le strade, non sono poche coloro che hanno il "Tracht", l'abito per le feste, con ricami particolari e tessuti preziosi, spesso fatti a mano. Vale la pena divertirsi a provarne uno. Krismer natürlich Tracht (Rosengasse 15) ha forse la più svariata scelta della cittadina, per ogni budget, per chi volesse acquistare un capo come souvenir.

Lienz si vive a piedi, tra botteghe per fare shopping di artigianato tipico e il mercatino dei prodotti tipici regionali (ogni venerdi pomeriggio dalle 13 alle 18 e ogni sabato mattina dalle 8.30 alle 12.30) o ristoranti per soste golose, dove assaggiare gli "Schlipfkrapfen", ravioli di ricotta e spinaci. Un'alternativa "vintage" è l'escursione in carrozza: Gottfried Walder fa la spola su e giù con il suo fedele cavallo Franz mentre intrattiene raccontando il territorio e aneddoti (costi, 60 euro per 6 persone, prenotazioni al numero  +43.(0)4846 - 6226 o direttamente all'ufficio turistico di Sillian). Un'ora di tour lento: si costeggiano pascoli di mucche (quasi tutte di razza Pinzgauer), si passa vicino alla diga dal luccichio accecante delle acque e si incrocia la pista ciclabile lungo la Drava.

Chi ha voglia di avere qualcosa di programmato, può scaricare la nuova applicazione gratuita "Guida del Tirolo", per dispositivi mobili: suggerisce cosa vedere, le attrazioni da non perdere, basandosi anche sulle condizioni meteo, orari di apertura. Tra le altre eccellenze della zona, c'è il "Vitalpinum", a Thal, a pochi chilometri tra Sillian e Lienz. Sorge sul terreno della prima distilleria tirolese di essenza di pino mugo e qui i sensi diventano protagonisti: vista, olfatto, tatto, udito per sentire e riconoscere la forza vitale delle Alpi. Nel giardino benessere è da provare il sentiero a piedi nudi soffermandosi qualche minuto su "tappeti" di calendula, ginepro, ippocastano, lavanda. La sensazione di relax agli arti inferiori è assicurata. Poi tutto si completa con la fontana dell'arnica: gocce di energia da stendere su gambe e braccia, un vero toccasana anche per il mal di testa. Curioso l'oroscopo dell'olio all'erbe, con dodici colonne artistiche abbinate ai vari segni zodiacali. Qualche esempio? Per la Bilancia, è il ginepro, per lo Scorpione, l'olio d'abete; l'Acquario dovrebbe affidarsi all'olio di pino, mentre il Capricorno optare per il pino mugo. Proprio il pino mugo che ha fatto la fortuna dell'azienda (i fratelli Unterweger lo producono da generazioni, sin dal 1886) e che un video documentario ne ripercorre le tappe, oltre ad una piccola distilleria dimostrativa che ne svela curiosità e segreti.

Alla fine, davvero ci si rende conto che la felicità è fatta di piccole cose. Di sorrisi della gente, sempre pronta ad offrirvi una schnaps, una grappa dall'alta qualità (grazie all'elevata percentuale di frutta aromatica) e considerata un bene culturale tirolese. Sorride sempre Martina Kuenz, proprietaria insieme al marito Hermann, quando nel maso Kuenz-Hof, tra i più belli della zona, spiega i pregiati distillati e li fa degustare. «Già l'Imperatrice Maria Teresa, quasi trecento anni fa, ha dato alla nostra fattoria l'importante "diritto alla distillazione"», dice soddisfatta. Trasmette la sua passione, illustrando le varie fasi lavorative: il paiolo che viene riscaldato secondo un'antica tradizione, con il legno ottenuto dai boschi; il distillato che viene fatto maturare e poi diluito con scrupolosità in cantina (si consiglia la prenotazione per la visita in italiano). I gusti? Infiniti, prodotti con ingredienti naturali e con la stessa cura di un tempo. Dall'acquavite di mela, dal gusto delicato con una nota di vaniglia a quella di sorbo, con un retrosapore di marzapane.

Ancora alla birra che lascia la sensazione di luppolo sul palato o al lampone, seducente all'olfatto. Non manca l'acquavite di aronia, detta anche sorba nera, nella lingua popolare. Pare che abbia proprietà afrodisiache. Infine, una è la conditio fondamentale per brindare con un bicchierino di Schnaps, il cosiddetto "stamperl": solo in buona compagnia e con allegria. Mai da soli o se si è un po' giù di morale. E per brindare con l'eccellenza, si scelga l'originale dell'Osttirol: il Pregel, il re di tutte le grappe, ottenuto dalla distillazione di mele e pere regionali. Secondo un detto popolare, «il Pregel dà forza e gioia di vivere, protegge dagli spiriti cattivi e dalla noia, aiuta la vitalità e anche quel qualcosa in più». Quel qualcosa in più, che qui basta solamente saper cogliere. (23 agosto 2014)



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