28.12.13

alientazionebrixen.pdf

http://www.oncohelp.it/contenuti/upload/file/alientazionebrixen.pdf

nyas_ehd_023.tex (Berrino)

http://www.nvvm.org/Adjuvant_diet.pdf

L'Arte di Nutrirsi

http://www.leonardo2015.it/biosolutions/Arte%20di%20Nutrirsi%20con%20consapevolezza.pdf

Layout 1

http://www.pianfeieroccadebaldi.bcc.it/uploads/media/Strategia_alimentare.pdf

La Bottega dei Semplici: BISCOTTI DIANA

Questa ricetta è stata tratta dal libro di Franco Berrino "Alimentare il benessere". Vi invito a scaricare questo interessante PDF dove troverete uno scritto di Berrino e delle interessantissime ricette.
La mia versione è stata leggermente modificata rispetto all'originale in base agli ingredienti presenti in dispensa ed al gusto personale.

Ingredienti:
110 gr farina semintegrale
70 gr fiocchi 5 cereali
2 C miglio soffiato
1/3 bicchiere di noci
1/3 bicchiere di mandorle
1/3 bicchiere di nocciole tostate
100 ml latte di riso
40 gr uvetta
1 mela piccola
1 pera piccola
1 c scorza di limone
pizzico sale
pizzico di cannella
1/2 bustina lievito bio

Procedimento:
Mettete in ammollo l'uvetta nell'acqua tiepida. Frullate grossolanamente la frutta secca e aggiungete la farina, i fiocchi di cereale, il sale, il miglio, la scorza di limone grattugiata e la cannella. Unite poi il latte, l'uvetta ben strizzata e la frutta fresca grattugiata finemente. Azionate il frullatore a media velocità per pochi secondi. Aggiungete il lievito e mescolate ancora a bassa velocità.
Con l'aiuto di due cucchiai formate i vostri biscotti e disponeteli sopra ad una teglia ricoperta da carta forno. Cuoceteli per 20 minuti a 180°.




Microsoft Word - _212_ Ferraro_PROCEDURE_Prevenzione_08 dicembre 2008.doc

http://www.torinomedica.com/allegati/2008/pagina%20web%20nick/212_%20Ferraro_PROCEDURE_Prevenzione_08%20dicembre%202008.pdf

Pappa-Mi - Cosa e come si mangia a scuola: Resoconto dell'incontro: Quale futuro per la ristorazione scolastica

http://blog.pappa-mi.it/2011/01/resoconto-dellincontro-quale-futuro-per.html

26.12.13

Second life, Peia e il ciclo della vita: dal web ai messaggeri su due ruote - Milano - Repubblica.it

Basta un attimo per capire che Roberto Peia, classe 1955, è un maschio alfa, un Machoman che affronta la vita di petto e si muove sicuro nel mondo. Lui, per l'esattezza, a Milano si muove regolarmente in bici, macinando una media di ottanta chilometri al giorno. Nel 2008 ha infatti fondato UBM-Urban Bike Messengers, la prima società di pony express su due ruote. "Non ho inventato nulla - spiega - Ho semplicemente ripreso un'idea già presente in molte città americane ed europee: utilizzare la bici come mezzo per le consegne. Oltre che sostenibile ed ecologica, la bicicletta in centro ha tempi imbattibili anche da un motorino".

Un'impresa che oggi dà lavoro a 22 ragazzi e che allo stesso tempo soddisfa un bisogno profondo che Roberto ha sempre avuto: quello di fare gruppo e di essere protagonista del suo tempo, riuscendo a incidere il cambiamento nella società. Come gran parte della sua generazione appassionata e inquieta, Roberto è cresciuto nell'oratorio sotto casa e si è formato nel movimento studentesco; ha distribuito volantini contro il colpo di stato in Cile e lavorato alle 150 ore; ha organizzato numerosi cineforum con dibattito (poi per fortuna c'è stato Moretti con il suo No, il dibattito no di "Io sono un autartico"...) ed è andato a Taizé; ha letto Gandhi, don Milani, Marcuse e per un po' di anni ha vissuto (prima con i quattro amici di sempre, poi con le fidanzate diventate in fretta mogli) nella - come la chiama lui - pseudocomune di Rocca Brivio; ha fatto il servizio civile da don Gino Rigoldi e poi, in tempi più recenti, obiezione fiscale alle spese militari.

LE ALTRE PUNTATE Emanuele Breveglieri e Roberta Barzaghi Anna Buono Luciano Gessaga Maria Bianucci Letizia Lattuada Gianni e Cristina De Marchi Enrico Tittarelli Brunella Rossi Roberta Sollazzi

Nel frattempo ha incontrato Sabina, sua compagna fin dalla quinta ginnasio al Berchet, poi dal 1981 moglie e madre dei loro tre figli, Francesco, Luca e Giacomo (oggi rispettivamente di 28, 26 e 16 anni). Insomma, una vita consumata a morsi che lo ha portato - come spesso accade - verso il giornalismo. "Scrivevo di alimentazione, consumi e ambiente - racconta - Temi che sento urgenti e vicini". Collabora con Altroconsumo, Il Sole 24Ore.it, Il Giorno, l'Unità e Il Salvagente, poi si tuffa nell'avventura del web con Virgilio.it.

"La fase di start-up è stata bellissima ed energica - ricorda emozionato -. All'inizio eravamo in una cantina, ma in poco tempo siamo passati da un gruppo di venti persone ad oltre duecento ". Poi però arriva la crisi, il clima cambia, un po' di free lance e Roberto rimane senza lavoro. Ed è allora che decide di dare corpo a una sua antica passione, la bicicletta. Un amore che coltiva da oltre vent'anni, da quando assieme agli amici di Rocca Brivio (tutti ormai sposati e con figli), passa le estati al Maso Hintnerhof in val Casies.

"È in quella valle verdissima che le due ruote diventano per me scelta politica e culturale". Cinelli gli regala le prime bici a scatto fisso e l'avventura milanese degli UBM-UrbanBikeMessengers ha inizio. "Oggi abbiamo numerosi clienti importanti (da Henkel a Discovery Channel), viaggiamo sulle 1800 consegne al mese e la nostra flotta si è arricchita di due bicicargo per i trasporti più pesanti". Un successo. "Una soddisfazione: siamo riusciti a fare una cosa che non c'era, siamo un esempio concreto di sostenibilità e stiamo contribuendo al cambiamento di mentalità in questa città".

Per ribadirlo ha scritto un libro (Tutta mia la città - Diario di un Bike Messenger, ed. Ediciclo) e contribuito a fondare Upcycle, il primo urban bike café restaurant di Milano, uno spazio dal sapore molto nordeuropeo che nei prossimi mesi lo vedrà nei panni dell'anfitrione. "Dopo cinque anni di consegne quotidiane, ho bisogno di riposare le ossa". Mi agito. Anche Machoman va in pensione? "No, riduco un po' il mio impegno fisico con UBM, lascio spazio ai ragazzi più giovani e mi concentro su questa nuova avventura". Ah, ecco...



20.12.13

"Scoperta la formula per ringiovanire, muscoli da ventenni a 60 anni" - Repubblica.it

E' IL MITO di Dorian Gray. Rimanere giovani e forti per sempre. Un sogno come il titolo della canzone
"For ever young" degli Alphaville. Da tempo la ricerca studia tecniche per fermare il tempo che passa. E i medici danno consigli per rimanere in forma il più a lungo possibile. Ora uno studio della Harvard Medical School , negli Stati Uniti, fa qualche cosa in più: identifica un  nuovo meccanismo dell'invecchiamento e lo rende reversibile. Quasi come se si riuscisse a far tornare le lancette dell'orologio indietro fino a cancellare decine di anni. La sperimentazione, appena pubblicata sulla rivista Cell , si è concentrata sui muscoli che con il passare dell'età perdono sempre più tono e volume.

Gli studiosi hanno testato sui topi una sostanza che ha dato risultati incoraggianti e sono convinti di essere vicini a una grande rivoluzione. Dopo la cura i muscoli delle cavie di laboratorio sono ringiovaniti molto velocemente, quasi come se gli animali fossero entrati in una macchina del tempo. "E' stato quasi come trasformare i muscoli di un sessantenne in quelli di un ventenne", spiegano gli autori della ricerca.

Lo studio si è concentrato sui mitocondri, le cosiddette "centrali energetiche" della cellula che producono l'energia necessaria per molte funzioni cellulari, come, ad esempio, il movimento, il trasporto di sostanze. Quando la comunicazione tra il nucleo della cellula e i mitocondri si inceppa, a quel punto incomincia l'invecchiamento. Gli sudiosi di Harvard si sono concentrati sulla molecola Nad, che ha una funzione importante, nella comunicazione tra mitocondri e nucleo. Grazie all'uso di una serie di sostanze, gli autori dello studio sono riusciti a fermare il processo di declino sui topi. Dopo una settimana di cura, i muscoli di due cavie da laboratorio di due anni si erano ringiovaniti di una quindicina di mesi.

La ricerca potrebbe essere il primo passo per mettere a punto un medicinale per fortificare i muscoli dell'uomo anche in tarda età. Un sogno quello di poter restare giovani e forti nel tempo. Ma sarà possibile scoprire una cura che cancelli velocemente gli anni? "La scoperta è sorprendente - spiega Ana Gomes, genetista della Harvard Medical School - , ma non potremo arrivare a una vera e propria 'cura' complessiva per combattere l'invecchiamento. Si può trovare una soluzione per questo aspetto specifico, ma va ricordato che l'invecchiamento dipende da diversi fattori. Non si può intervenire invertendo i processi legati ai telomeri o al fatto che con il passare del tempo il Dna si invecchia".

Ora gli studiosi puntano a una sperimentazione clinica entro il 2015. "Non pensiamo che sarà creata una cura da prendere dai 20 anni fino alla fine della vita. Col tempo potremo creare una cura che potranno prendere anche le persone anziane, prima di trovarsi in condizioni di salute troppo compromesse".






 



GUIDA+Ristrut_edilizie.pdf

http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/b817df80426dc23e98b59bc065cef0e8/GUIDA+Ristrut_edilizie.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=b817df80426dc23e98b59bc065cef0e8

14.12.13

Ferrara , Arcispedale S. Anna: gli anni 10 e 20

http://www.slideshare.net/comuneferrara/larcispedale-s-anna-gli-anni-10-e-20

Ottocento ferrarese

http://www.ottocentoferrarese.it/

Ferrara

http://www.liceoariosto.it/index.php?option=com_docman&task=doc_download&gid=130&Itemid=40

Ferrara

http://www.ferraraforum.com/conferenza%20giardini%20%20Scafuri%20%208.11.%202011.pdf

La sorpresa del debito «sostenibile» - Il Sole 24 ORE

http://www.ilsole24ore.com/art//2013-12-14/la-sorpresa-debito-sostenibile-082749.shtml?uuid=ABx6l0j
Il debito pubblico italiano è molto più «sostenibile» di quello di Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna e persino Usa. Quella che può sembrare una provocazione è semplicemente un'equazione che calcola il "gap della sosteniblità" sommando il debito pubblico esplicito (il debito/Pil attuale che riflette il passato) con il debito implicito (che tiene conto degli obblighi di spesa futuri tra i quali pensioni e sanità) per arrivare a un debito totale. Ebbene in questa classifica - l'ultima calcolata in questi giorni dal Centro Studi dell'Università di Friburgo sotto la guida del Prof. Raffelhuschen - l'Italia svetta al secondo posto con un debito totale/Pil al 73%, dopo la Lettonia. Al quarto posto la Germania (154%), 16a la Francia (449%), 22a la Gran Bretagna (640%), 24a la Spagna (672%). Gli Usa sarebbero ultimi, al 1.300 per cento.

L'esito controverso di questo ranking, che premia l'Italia nonostante la crescita sia gracile e molte delle grandi riforme strutturali ancora al palo, non sorprende affatto Alexander Kockerbeck, ex analista per il debito sovrano di Moody's e attualmente consulente in Germania: Kockerbeck è convinto da tempo che nel valutare l'affidabilità e la sostenibilità del debito pubblico l'importanza assegnata nei rating alla crescita è smisurata. E, quel che è peggio, non tiene spesso conto della qualità della crescita, quando virtuale, non reale essa sia: nella storia recente sono stati numerosi i casi di un Pil che è salito perchè drogato da bolle speculative immobiliari, da squilibri della finanza. Per non parlare dei Paesi che crescono grazie all'aiuto del QE delle banche centrali e quindi con tassi tenuti artificialmente molto bassi, svalutazione della divisa e inflazione.
«L'Italia ha una crescita del Pil fiacca, molto debole ma almeno è una crescita onesta. È la più onesta che c'è, nel senso che non nasce da una degenerazione. L'Italia non è cresciuta negli anni passati con le bolle speculative immobiliari oppure partecipando alle avventure virtuali della finanza - sostiene Kockerbeck candidamente -. E ora l'Italia esce dalla recessione nonostante la condizionalità sottintesa delle OMTs abbia imposto l'austerity e il rigore sui conti pubblici, e torna a crescere senza l'aiuto della svalutazione dell'euro, senza tassi bassissimi (perchè paga lo spread), senza inflazione: un sostegno che invece gli Usa e il Regno Unito, tornati a crescere, hanno avuto dalla Fed e dalla Bank of England con il QE che dà più tempo per fare le riforme».
Secondo Kockerbeck, le agenzie di rating in particolar modo considerano la crescita un elemento chiave per la sostenibilità del debito pubblico ma questo elemento, importantissimo, va comunque valutato con un insieme di fattori, tra i quali «gli obblighi futuri di spesa pubblica, la qualità della crescita e le opzioni rimanenti di aggiustamento». La crescita della Spagna, per esempio, «era virtuale, non reale, quindi non sostenibile».
L'Italia, come evidenziano i calcoli disponibili e il ranking del Centro studi dell'Università di Friburgo, risulta l'unico Paese in Europa in grado di controllare gli obblighi futuri «connessi all'invecchiamento della popolazione che sono essenzialmente i finanziamenti di pensioni e sanità». Nel calcolo del debito totale, che unisce il debito esplicito e il debito implicito, si misura il «sustainability gap» e la dinamica del debito implicito diventa dominante. Kockerbeck sottolinea che l'Italia «è uno dei rari Paesi con un surplus primario del bilancio dello Stato». E aggiunge: «Non capisco perchè il rating dei titoli di Stato italiani rimanga vicino al livello di junk con outlook negativo - livello fondamentalmente inspiegabile e basato sull'ormai obsoleto "panico" del mercato». Questo alla luce delle OMTs della Bce.
Anche per Kockerbeck resta il rischio che l'Italia non porti avanti le riforme e non riesca ad abbassare il debito esplicito: «è un rischio alto, ma l'osservazione non deve finire qui. La dinamica del debito pubblico italiano sembra essere controllabile - più che in molti altri paesi - e la strada sembra meno lunga. Sarà la voglia e la capacità politica a decidere».
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12.12.13

Our father

Our father which art in Heaven,
Hollowed be thy name,
Thy kingdom come,
Thy will be done, 
On Earth as it is in Heaven,
Give us our daily bread, 
And forgive our trespasses
As we forgive those who trespass against us,
Lead us not into temptation,
But deliver us from Evil,
For
thine
is the kingdom, 
The power and the glory,
For ever and ever,
Amen.

5.12.13

Runners

Almost all novice runners take fewersteps than the oft-cited ideal stridefrequency of 180 steps per minute (spm).So researchers got a group of newbies to
run at a frequency 10 per cent higher than their usual step rate. The results were startling: a 14 per cent reduction in peak joint force on the knee.

Coffee helps you run faster, for further – and now it seems it might help you recover faster too. After a dose of caffeine, volunteers were able to perform more reps of a
weight-lifting exercise but paradoxically reported less muscle soreness over the next two days. It's not clear exactly why cof ee might help keep DOMS at bay...

Sometimes less really is more – according to new research, a daily workout of 30 minutes shifts more blubber from a novice exerciser than a full hour's effort. It might seem counterintuitive, but the shorter sessions left volunteers full of energy,which tipped over into more activity over the rest of their day. The long slogs, meanwhile, just tired the exercisers out so they became far more sedentary.

As temperatures plummet, new research gives runners a reason not toresent the chill. In a study published in the Journal of Clinical Investigation, volunteers spent two hours a day sitting in a room set to 17C. Six weeks later, and they'd raised their energy expenditure enough to lose 5.2 per cent of their body fat.

Another reason to do as you're told and eat your greens. Sulforaphane, a compound found in broccoli, helped protect against cartilage deterioration in a recent University of East Anglia study. The researchers say that sulforaphane might one day help treat – and even prevent – painful conditions such as osteoarthritis. Sulforaphane is less bioavailable the longer broccoli is cooked, so lightly steam yours to keep things crunchy.


4.12.13

'Dna spazzatura', scoperto un suo possibile ruolo nella formazione dei tumori - Repubblica.it

Da oggetto misterioso, considerato 'spazzatura', a possibile alleato nella battaglia contro i tumori. Il Dna non codificante, il cosiddetto 'Dna spazzatura', potrebbe invece essere fondamentale per la ricerca. A confermarlo due studi che, a breve distanza temporale l'uno dall'altro, ci dicono che alcune di queste regioni del Dna umano, chiamate pseudo-geni, potrebbero essere responsabili dello sviluppo di processi degenerativi e di forme tumorali tra le più comuni, come quelli al seno e alla prostata.

Negli esseri umani, circa l'1,5 per cento del Dna è composto di geni che codificano per proteine. Il restante 98,5 per cento è invece chiamato 'Dna spazzatura', perché contiene geni senza scopo apparente o che regolano la produzione di proteine a parte di altri geni. Da qui lo scarso interesse mostrato, fino a qualche tempo fa, da parte della ricerca scientifica per il Dna non codificante. Ma le cose potrebbero presto cambiare.

A fare la clamorosa scoperta due gruppi di ricerca che, pur lavorando indipendentemente, sono giunti a conclusioni simili. Il più recente in ordine di tempo è stato pubblicato sulla rivista Nature Methods ed è il frutto del lavoro di alcuni ricercatori svedesi del Karolinska Institutet di Solna. Il team di scienziati scandinavi ha scoperto che un centinaio di nuove regioni del genoma umano che si pensava non codificassero sono invece attive. In particolare, alcune di esse (gli pseudo-geni, per l'appunto) potrebbero essere legate all'insorgere e allo sviluppo del cancro. 

Grazie a un nuovo metodo che fonde insieme tecniche di proteogenomia e bioinformatica, gli scienziati svedesi sono riusciti per la prima volta a individuare alcuni pseudo-geni che producono proteine, il che indica che potrebbero avere una funzione. Molte di queste proteine, inoltre, sono state anche ritrovate all'interno di cellule cancerose.

Il secondo studio, invece, è merito del team coordinato da Etka Khurana, dell'università americana di Yale ed è stato pubblicato sulla rivista Science qualche settimana fa. Un progetto al quale ha partecipato anche l'italiana Vincenza Colonna, dell'Istituto di genetica e biofisica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) di Napoli e del britannico Wellcome Trust Sanger Institute.

Il pool di ricerca si è basato sui dati pubblici forniti dal progetto '1000 Genomi', che raccoglie il Dna di oltre mille persone, e li ha analizzati con un software appositamente progettato.

''A differenza di quanto si fosse pensato fino ad oggi, abbiamo scoperto regioni a bassa o assente variabilità genetica anche in questa porzione di Dna e le abbiamo chiamate regioni ultrasensibili - ha detto la dottoressa Colonna - E' in esse che siamo andati a caccia delle mutazioni ed abbiamo scoperto che le basi del Dna, se modificate, causavano gravi alterazioni".

Così, applicando la stessa tecnica al Dna di 90 tumori che colpiscono seno, cervello e prostata sono state scoperte quasi 100 varianti genetiche potenzialmente responsabili di forme tumorali proprio nelle regioni non codificanti. Una scoperta rivoluzionaria visto che, questa procedura, potrebbe essere utilizzata per trovare molte altre varianti che causano tumori e altri tipi di malattie.

A questo punto resta da capire se questi geni del 'Dna spazzatura' siano effettivamente responsabili di forme cancerose e di altre patologie. Per ora la compatibilità c'è tutta ma ulteriori test chiariranno il quadro, aprendo o meno un nuovo fondamentale fronte nella infinita lotta contro il cancro.

A suscitare clamore, però, è soprattutto il protagonista di entrambe le ricerche: il 'Dna spazzatura'. Si è sempre pensato che la quasi totalità del patrimonio genetico umano non codificasse alcuna proteina. Questo ha portato gli scienziati, per molti anni, alla conclusione che il Dna non codificante non avesse alcun ruolo nei processi genetici.

Almeno fino a qualche anno fa. Perché, grazie al consorzio internazionale Encode (Encyclopedia of Dna Elements) si è potuto scoprire che, al contrario, il 'Dna spazzatura' è un vero e proprio regista del codice genetico umano. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature nel 2007, ha infatti assegnato una funzione ad almeno l'80% dell'intero genoma, imprimendo un deciso cambio di rotta alla ricerca.

ll progetto Encode, in particolare, mettendo a disposizione dell'intera comunità scientifica le sequenze di 1.640 genomi, completate con le informazioni relative alle numerose strutture molecolari associate, ha permesso una mappatura quasi completa del genoma umano da mettere a disposizione dei ricercatori, per aiutarli nella comprensione delle complesse interazioni in gioco tra i numerosi elementi del sistema.



3.12.13

Fertilità, una difesa dalla dieta 'a colori' ma è allarme per le nuove generazioni - Repubblica.it


ROMA - Mangiare a colori aiuta la fertilità maschile. Lo dimostra un recente studio dell'Harvard School of Public Health di Boston, pubblicato sulla rivista 'Fertility and Sterility'. Pomodori, zucche, agrumi, carote, cocomeri, ananas, salmone e alcuni tipi di crostacei sono infatti cibi ricchi di carotenoidi che possono migliorare la qualità del liquido seminale.

La ricerca - L'obiettivo dello studio era quello di stabilire l'effetto delle vitamine dei gruppi A, C ed E sulla qualità dello sperma maschile. I ricercatori, finanziati dal National Institutes of Health e dall'Unione Europea, hanno reclutato 389 giovani universitari dello stato di New York, chiedendogli di compilare un questionario sul tipo di alimentazione adottato e sull'apporto calorico totale giornaliero. Solo 189 lo hanno completato, con un'età media di 19 anni. Ogni ragazzo ha poi fornito un campione di seme, analizzato nel giro di mezz'ora. È stato misurato il volume dello sperma e la conta degli spermatozoi, oltre alla loro concentrazione, motilità e morfologia.

"Abbiamo visto che un'aumentata motilità è direttamente correlata a un maggiore contenuto di beta-carotene nella dieta, mentre l'assunzione di licopene, un altro carotenoide, migliora la morfologia degli spermatozoi" spiega Piotr Zareba, primo firmatario dello studio, il quale suggerisce peraltro un legame meno significativo fra vitamina C e concentrazione degli spermatozoi.

Carote e pomodori - I risultati finali dell'indagine, dunque, suggeriscono che i carotenoidi giocano un ruolo fondamentale ed hanno un impatto positivo sulla qualità del seme maschile. In particolare, si è visto che la motilità degli spermatozoi è aumentata del 6,5% nei soggetti che seguivano una dieta ricca di carotenoidi. Risultati simili si sono riscontrati in chi mangiava alimenti ricchi di luteina (che si trova in spinaci, insalata verde, porri e piselli). Una dieta ricca di licopene (contenuto soprattutto nei pomodori) ha migliorato la morfologia spermatica in una percentuale che varia dall'8% al 10%.

La fertilità è in calo - I dati raccolti durante lo studio hanno permesso di osservare che la quantità e la qualità dello sperma maschile è in declino nei paesi occidentali, dato che il numero degli spermatozoi è calato, in media, di oltre la metà. Anche in Italia la fertilità maschile è in calo: secondo gli ultimi dati dell'Istituto Superiore di Sanità, in circa il 35% delle coppie infertili si riconosce un fattore maschile. Purtroppo, anche la fertilità degli adulti di domani sembra a rischio. Lo dimostrano gli ultimi dati del progetto "Accademia della Fertilità" dell'università di Roma La Sapienza in collaborazione col ministero della Salute e che rientra nell'iniziativa nazionale "Amico Andrologo" (www.amicoandrologo.it).

La ricerca, condotta su 10.000 ragazzi dai 18 ai 22 anni, dimostra che i ragazzi italiani sono poco attenti e informati sui comportamenti che proteggono la loro fertilità. Lo studio ha incluso l'osservazione dei comportamenti a rischio e dimostra che l'uso occasionale di alcolici è molto elevato (80 %), ma anche estremamente preoccupante è l'elevato abuso di alcolici (30%). I giovani italiani sono anche particolarmente attratti dalle droghe (le ha provate almeno una volta il 50% ), le più comuni sono marijuana/hashish (40-50%), popper (12-17%) e cocaina (8-10%). Il 29% dei ragazzi che ha partecipato all'indagine aveva assunto una droga nel mese precedente la visita. Fino al 56% fuma in modo occasionale e fino al 38% invece è fumatore abituale. In media fumano 6,5 sigarette al giorno, ma il 30,8% dei ragazzi fuma più di 10 sigarette e il 23 % ha iniziato prima dei 13 anni.

Problemi andrologici - "I comportamenti a rischio acquisiti durante l'adolescenza spesso hanno implicazioni sulla salute nell'età adulta in diversi ambiti" spiega Andrea Lenzi, direttore della sezione di Fisiopatologia medica ed endocrinologia all'università di Roma La Sapienza. "Il declino della fertilità delle giovani generazioni è un problema sanitario emergente che colpisce oggi in Italia circa il 15% delle coppie che stanno cercando di avere un bambino". L'esame clinico, svolto nell'ambito della campagna di sensibilizzazione "Amico Andrologo" su 3.816 ragazzi, rivela infatti che il volume di entrambi i testicoli è inferiore a quello finale per l'adulto per il 14 % dei giovani. Il 27% ha varicocele (il 19% in forma grave) e fimosi, anche in presenza di infezioni e lesioni cutanee irritative.

"Il volume testicolare - sottolinea Renzi - è considerato il miglior indicatore della salute andrologica ed è connesso col potenziale riproduttivo perché correlato con la produzione di spermatozoi e con i livelli ormonali. In via generale più è grande il testicolo e meglio funziona. Tale variabilità quindi può dipendere da fattori di rischio comportamentali, tra questi l'abuso di droghe e alcol sembrano i principali determinanti. I nostri dati dimostrano per la prima volta quanto lo stile di vita errato durante l'adolescenza possa influenzare la salute riproduttiva delle future generazioni".



Ricerca: "L'uso regolare di aspirina protegge dal rischio cancro" - Repubblica.it

L'ASSUNZIONE regolare di aspirina protegge dal cancro. Lo ha dimostrato l'analisi comparativa di 8 studi, pubblicata su Lancet, su 23.535 pazienti trattati con il farmaco nelle dosi utilizzate per prevenire eventi cardiovascolari, con una riduzione della mortalità per tumori del 34% dopo 5 anni e del 20% dopo 20 anni. I dati sono stati appena presentati al 30° Congresso della Società italiana di medicina generale (Simg) a Firenze. "Il 2014 - ha affermato Claudio Cricelli, presidente Simg - sarà l'anno della prevenzione cardiologica e oncologica promosso dalla nostra società scientifica. Recentemente numerose ricerche hanno ipotizzato che nella scelta dell'utilizzo dell'aspirina, soprattutto in chi non ha mai avuto eventi cardiovascolari, debbano essere considerati anche i potenziali benefici che potrebbero derivare in ambiti patologici apparentemente distanti da quello delle malattie cardiovascolari. Se, in precedenza, il miglioramento della prognosi era limitato a pazienti con tumore del colon-retto, oggi questi dati estendono i benefici ad altri tipi di cancro, agli adenocarcinomi in generale".

Anche se parte della comunità accademica non è convinta dell'effetto antitumorale dell'aspirina, da qualche anno arrivano sempre più conferme in questa direzione e della sua utilità per prevenire le malattie cardiocircolatorie. Secondo una ricerca del Dana-Faber Cancer Institute, ad esempio, la risposta potrebbe essere nei geni dei pazienti. Secondo altre ricerche recenti, l'uso regolare dell'aspirina diminuirebbe le possibilità di ammalarsi di tumore e, nei casi in cui la persona si è già ammalata, abbasserebbe il tasso di mortalità.

Una ricerca del 2011 ha messo in evidenza che un'aspirina al giorno per almeno due anni riduce del 60 per cento il rischio di ammalarsi di un tumore di origine ereditaria. Soprattutto per i casi di cancro all'intestino e all'utero, il farmaco ha dimostrato di avere un grosso effetto di prevenzione. (V.P.)



The effect of protein timing on muscle strength and hypertrophy: a meta-analysis

http://www.jissn.com/content/pdf/1550-2783-10-53.pdf