4.12.16

Referendum, Milano controcorrente: vince il Sì con il 51%. Boom in centro - Repubblica.it

Referendum, Milano controcorrente: vince il Sì con il 51%. Boom in centro - Repubblica.it

Referendum, Milano controcorrente: vince il Sì con il 51%. Boom in centro


Milano inverte la tendenza: in città vincono i Sì, ma nel resto della Lombardia e anche nella Città metropolitana vincono i No: in Regione il dato a spoglio concluso è di oltre il 55% per il No, mentre nella Città metropolitana di Milano arriva al 52,6. I dati, dopo l'apertura delle urne, sia a livello lombardo sia milanese, segnano un divario un po' meno ampio tra i due fronti rispetto alla media nazionale. Con Milano, tra le grandi città per il Sì ci sono Bergamo e Mantova: nella prima i favorevoli alla riforma si piazzano sul 52,6%, nell'altra sul 52.

In città. A Milano, il totale delle schede scrutinate, decreta la vittoria del Sì, con il 51,13% dei voti. Il no si ferma al 48,87% degli elettori. Hanno votato il 71,72% degli aventi diritto, in maggioranza donne (355.860 contro 320.507).


I municipi. Ampio il vantaggio del Sì nella zona 1: dentro la Cerchia dei Bastioni, nel cuore di Milano, dove ha votato il 75,5% degli aventi diritto, i favorevoli alla riforma si attestano sul 64,79%. Il Sì si prende 5 municipi su 9. Nel 3 supera il 53%, chiude in leggero vantaggio nei municipi 4, 6 e 7. Al contrario, il No vince nel municipio 9 con il 53,5% e resta avanti fino alle fine nelle zone 2, 5 e 8.

La Città metropolitana. Nel Milanese la situazione si ribalta: il Sì è indietro e si ferma al 47,4% dei voti, contro il No che invece raccoglie il 52,6% degli elettori.

La regione. Discorso simile se si guarda all'intera Lombardia: a livello regionale, secondo i dati del Viminale, la percentuale di contrari alla riforma costituzionale è il 55,5%, mentre il Sì si attesta intorno al 45,5%.

L'affluenza. La partecipazione al voto è stata altissima: secondo i dati del Viminale, alle 23 ha votato il 74,67% degli elettori lombardi. Record regionale a Bergamoa, dove ha votato il 77,25% degli aventi diritto. Bene anche Brescia con il 76,41%. Che a Milano fosse stata una giornata di grande mobilitazione lo avevano dimostrato anche le 10mila schede elettorali rinnovate negli uffici dell'Anagrafe cittadina quando i seggi erano già aperti, quindi dalle 7 di mattina fino a sera tardi. 
  Le reazioni. Il primo a rilasciare dichiarazioni pubbliche, dalla sede della Lega Nord in via Bellerio, è stato il segretario federale Matteo Salvini, che a spoglio appena iniziato ha ringraziato "tutti i militanti della Lega che hanno fatto campagna per il No". Salvini, dopo il discorso con cui Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni, ha poi gioito per quella che ha definito una "giornata di liberazione nazionale". Il Pd Pierfrancesco Majorino, guardando ai dati nazionali, parla invece di "botta storica" per il Partito democratico. Con un post su Facebook, l'assessore alle Politiche sociali è chiaro: "Risparmiamoci la pena di attaccare o sbeffeggiare gli altri. Come Pd abbiamo preso una botta storica. Il Sì è al 50 in alcune zone delle regioni rosse e in qualche grande città. Per il resto scivola di brutto, spesso sotto il 40". Esulta invece Paolo Grimoldi, segretario della Lega lombarda: "Adesso Roma ascolti la voce del popolo lombardo e ci consenta di poter votare per chiedere maggiore autonomia per la nostra Regione".

I sostenitori del No. Grande esultanza al circolo Arci Bellezza, dove il comitato per il No (di sinistra) si è riunito per assistere allo spoglio dei voti. Durante il discorso con cui Matteo Renzi ha annunciato le dimissioni da presidente del Consiglio, nel circolo è partito un coro che ha intonato "Bella ciao".

Referendum costituzionale, Milano: seggi aperti dalle 7


La polemica. A Milano tanti hanno scelto di andare alle urne in mattinata, come il sindaco Beppe Sala, che ha votato nel seggio di via Goito, di fronte a casa sua, e il segretario leghista Matteo Salvini. Ma, tra quanti hanno espresso il loro voto, c'è anche chi si è fatto contagiare dalla psicosi della "matita cancellabile", ovvero la convinzione - smentita dal Viminale con una nota ufficiale - che la matita copiativa obbligatoria per esprimere il proprio voto si possa cancellare. Una psicosi, appunto, che per buona parte della gioranta ha provocato segnalazioni con richieste di intervento alle forze dell'ordine sia in città sia nel resto d'Italia.

Le segnalazioni. A Milano diversi i politici hanno assicurato, mentre le urne erano ancora aperte, di aver ricevuto segnalazioni di anomalie. Tra loro, Riccardo De Corato di Fratelli d'Italia e Fabio Altitonante, coordinatore cittadino di Forza Italia, che ha schierato 500 "difensori del voto". "Ci stanno arrivando segnalazioni che, anche nella nostra città, le matite lasciano un segno facilmente cancellabile - ha denunciato nel pomeriggio, quando le urne erano ancora aperte, Altitonante - Abbiamo subito allertato tutti i nostri rappresentanti di lista, perché oggi è in gioco la nostra democrazia. Abbiamo anche inviato alla Prefettura una segnalazione formale. Speriamo che il risparmio di soldi pubblici non inizi oggi dalle matite". Nessuna segnalazione di irregolarità, però, è risultata al Comune, mentre la prefettura ha confermato l'arrivo di "qualche segnalazione relativa alla problematica delle matite", con diverse chiamate arrivate anche ai carabinieri.