23.6.14

ORLANDO PIZZOLATO - TRAINING NEWSletter - Anno 11 - Numero 356 - Correre la mattina presto: gli svantaggi

ORLANDO PIZZOLATO - TRAINING NEWSletter - Anno 11 - Numero 356 - Correre la mattina presto: gli svantaggi

Si afferma spesso che allenarsi al mattino prima di colazione enfatizza gli effetti stimolanti sull'organismo. Anch'io sono fautore di questa scelta tecnica, più per praticità (organizzazione degli eventi durante la giornata) che per una scelta tecnica realmente favorevole. E' vero che correre a digiuno migliora la capacità dei muscoli ad utilizzare gli acidi grassi a livello energetico, e che per questo si verifica un dimagrimento. Quest'ultimo aspetto ha però un limite temporale: l'organismo impiega due - tre settimane ad abituarsi ad usare "bene" i grassi, ed in seguito agli adattamenti ormonali il processo di dimagrimento si arresta ed il consumo energetico dei grassi è praticamente lo stesso di quando ci si allena in altri momenti della giornata.
Il maggiore svantaggio della corsa mattutina sta nella minore risposta cardiaca alla sollecitazione. Al mattino presto l'attività ormonale si tiene ad un livello inferiore rispetto a quando si svolgono attività fisiche in altri momenti della giornata, specialmente se di elevata intensità. Se al mattino presto si svolgono sedute di corsa lenta, gli effetti della minore risposta cardiaca sono marginali, quasi irrilevanti se non nella prima decina di minuti quando tutto il corpo è chiamato ad attivarsi. Ben più evidenti sono i disagi e le difficoltà nel mettere l'organismo a disagio per sostenere sforzi superiori alla corsa lenta, vale a dire corsa media e andature più veloci. Man mano che si procede nella "scala dello sforzo", più rilevante è la limitazione della risposta cardiaca. Si può sentire che il cuore ha un certo deficit funzionale dall'impegno della respirazione. Spesso si ha il respiro elevato anche per sostenere un impegno aerobico come nella corsa a ritmo medio.
Ci si meraviglia in questi casi quando correndo con il cardiofrequenzimetro, a fronte di un elevato disagio respiratorio, si nota che le pulsazioni sono paradossalmente basse. Si può affermare che il "cuore non sta al passo delle gambe", ma anche che le gambe non stanno al passo con il proprio potenziale, perché se il cuore spinge meno sangue in circolo, i muscoli hanno meno ossigeno e materiale energetico da usare. Questi deficit comportano una perdita di efficienza del 3% circa, ma per alcuni soggetti l'handicap può arrivare al 5% perché ormonalmente meno predisposti a sostenere sforzi nelle prime ore del giorno.
Un altro elemento sfavorevole della corsa al mattino presto è a carico del sistema della termoregolazione. Se si corre sempre, o spesso, con il fresco, il corpo non sviluppa gli adattamenti che favoriscono lo smaltimento del calore prodotto sotto sforzo. Per chi come me apprezza il fresco del mattino e mal tollera il caldo degli allenamenti svolti nelle ore più calde, è uno svantaggio considerevole gareggiare con temperature più elevate. Non è il caso dell'estate perché sia di giorno, sia il mattino presto, le temperature sono tali da mettere comunque sotto stress la termoregolazione. In questi casi, per quanto sia svantaggioso correre presto, il condizionamento fisiologico è inferiore rispetto ad allenarsi con temperature superiori ai trenta gradi. Lo svantaggio è invece consistente quando, abituati ad allenarsi con il fresco, si gareggia con il doppio delle temperature. Il contrasto climatico è troppo elevato per trovarsi in condizioni normali.
Ed infine, per evitare il disagio del correre appena alzati dal letto o giù di lì, si deve evitare di sostenere allenamenti che portino ad uno stato di quasi esaurimento energetico. Mi riferisco alle sedute di corsa media, o ritmo maratona, che essendo piuttosto intense e particolarmente lunghe, portano i muscoli all'esaurimento del glicogeno. E' in effetti difficile svolgere una corsa media di un'ora e mezza, ma nella fase finale della preparazione a tale durata ci si può anche arrivare. Correndo svelti e a lungo si arriva alla soglia dell'esaurimento del glicogeno, e se si procede oltre senza aver più "zuccheri da spendere", si intaccano le scorte di energia, che ovviamente non ci sono. Il serbatoio di riserva energetica è costituito dalla trasformazione delle proteine in glicogeno, e le proteine sono quelle che compongono i muscoli. In pratica, inizia la cosiddetta cannibalizzazione muscolare, situazione molto stressante per i muscoli perché si usano le proteine che li compongono (aminoacidi).



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