25.6.14

Dal parquet ai cosmetici attenti alla formaldeide - Ambiente La Provincia di Lecco - Notizie di Lecco e provincia

Dal parquet ai cosmetici attenti alla formaldeide - Ambiente La Provincia di Lecco - Notizie di Lecco e provincia
E' un pericolo nascosto, insidioso e traditore. Tossica per l'uomo, apprezzata dall'industria, la si trova praticamente dappertutto. E' la formaldeide. Come difendersi? Basta osservare con maggiore attenzione la nostra casa  e attuare alcuni comportamenti. Dalla ventilazione dei locali alla scelta corretta dei materiali d'arredo, le misure preventive per ridurre i rischi dell'esposizione a questo pericoloso inquinante. Ecco alcuni consigli di Legambiente.

1. Non fumare in casa e ricordati di ventilare ogni giorno i locali, a cominciare dalla cucina e dal bagno. Mantieni l'umidità tra il 40 e il 60%.

2. Evita l'acquisto di detergenti, deodoranti, cosmetici e colle privi di etichetta, anche se più economici, e fai attenzione alla loro composizione. Preferisci prodotti che rechino il marchio dell'Ecolabel europeo.

3. In camera da letto e nei locali più frequentati, evita mobili in truciolare o compensati, e preferisci quelli in legno massello, meglio se in classe FF (senza formaldeide), chiedendo la garanzia all'atto dell'acquisto. Costoso, ma salutare.

4. Se hai appena acquistato un mobile in truciolato o compensato, esponilo all'aria aperta prima di sistemarlo dentro casa o ventila bene le stanze per alcune settimane.

5. Scegli piante che aiutino a ridurre la concentrazione da formaldeide come ad esempio la felce di Boston, l'areca palmata, il ficus, lo spatafillo, la dracena.

6. Se devi acquistare una casa nuova o fare una ristrutturazione importante del tuo appartamento, valuta l'installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata. Serve per risparmiare energia, ma soprattutto per contenere l'inquinamento dell'aria interna. Il costo è contenuto sul nuovo.

Da anni sono noti gli effetti tossici della formaldeide, presenti già a basse dosi. Sulla base di alcuni nuovi studi, lo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), nel 2004 ha classificato la formaldeide nel gruppo 1 dei cancerogeni, cioè nei cancerogeni certi per l'uomo per inalazione e sospetta per ingestione. Ma mentre la medicina piano piano appurava la pericolosità della formaldeide, la sostanza si diffondeva nel nostro ambiente di vita, anche grazie ad una normativa contraddittoria e antiquata.

La formaldeide, a temperatura ambiente è un gas incolore e dall'odore acre e irritante, solubile in acqua, capace di reagire con molte sostanze chimiche che si trovano nell'ambiente e nell'aria. La formaldeide è un inquinante così detto ubiquitario, lo si trova cioè praticamente dappertutto. Si forma nelle giornate soleggiate in presenza di inquinamento da traffico o da riscaldamento, ma persino in natura, in certi processi fermentativi.

L'industria l'apprezza e viene  impiegata per le più varie lavorazioni. Un esempio è la  conservazione degli alimenti dove può raggiungere concentrazioni anche elevate: fino a 1000 ppm nel pesce affumicato, sino a 100 ppm nei crostacei. La si ritrova però anche in cibi più tradizionali, come i formaggi, e "insospettabili" come le mele (dove la formaldeide può arrivare a 20 ppm).

Ancora oggi è ammessa come additivo alimentare (conservante) con la sigla E240. In campo industriale, la formaldeide trova larghissimo impiego nella fabbricazione di resine sintetiche, colle, solventi, vernici, imballaggi, tessuti. Nella cosmesi è diffusa in molti detergenti e saponi, nel detersivo per piatti, negli ammorbidenti, nei lucidi per scarpe, negli indurenti per unghie, nelle lozioni per capelli, nel fondo tinta, nelle creme, nei collutori, nel mascara.

Per la sua proprietà battericida la troviamo anche nei disinfettanti, negli insetticidi, nei fungicidi e nei deodoranti con il nome di "formalina".

Come ha rivelato Legambiente è uno dei principali inquinanti indoor Stando a uno studio dell'Istituto Superiore della Sanità, può raggiungere concentrazioni persino più alte nelle abitazioni rispetto agli ambienti di lavoro. Il fumo di sigaretta è uno dei principali responsabili. Ma anche nei locali dove non si fuma non è infrequente trovare concentrazioni pari a 0,1 parti per milione (ppm) a causa soprattutto del rilascio dei mobili in legno truciolato o di compensato, soprattutto quando sono nuovi, alle colle e ai solventi usati nei mobili e nell'edilizia (moquette, parquet).

u.montin

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