21.10.15

Irlanda. Il bello della Wild Atlantic Way - Repubblica.it

Irlanda. Il bello della Wild Atlantic Way - Repubblica.it
Irlanda. Il bello della Wild Atlantic Way
Perché aggiungere sale al sale? Detta così, in faccia all'Oceano, ci può anche stare. Il fatto è che Brian Mc Dermott non è un marinaio ma un cuoco e da tempo è passato dalle parole ai fatti: dopo 25 anni da "cuoco tradizionale", spinto anche da motivi di salute, ora cucina rigorosamente senza sale. Siamo a Moville, estremo nord dell'Irlanda, penisola di Inishowen, e Brian propone scuola di cucina e cene a tema (da 35 euro) in uno chalet in legno dietro la sua abitazione. Su una lavagna, provenienza e distanze degli ingredienti: due miglia per il pesce pescato stamattina, dalle due alle otto yard per i prodotti dell'orto. L'incontro e il pranzo con lui, che si definisce "un community chef nell'era dei celebrity chef", sono un buon viatico per il nostro tour lungo la parte settentrionale della Wild Atlantic Way.

La WAW è un sistema viario turistico attrezzato che insiste per ben 2500 chilometri sulle strade che percorrono la frastagliata costa occidentale irlandese. Un modello da imitare e un successo planetario oltre che un'architrave per itinerari su misura. Il nostro ha mixato gusto e panorami: così, dopo la cucina di McDermott, ci siamo abbuffati di panorami lungo le fantastiche spiagge della penisola di Fanad sino all'omonimo faro, uno dei più belli del mondo e ultimo riferimento del Vecchio Continente per i bastimenti diretti verso le Americhe. Il faro ospita tre appartamenti ristrutturati (fanadlighthouse. com ). Tra sabbie e scogliere ci accompagna Sean Mullan, guida preziosa per non perdersi neppure un dettaglio di paesaggio e storie.

Dopo una sosta a Donegal con relativo shopping da Magee, uno dei templi del tweed locale, ci dirigiamo verso la penisola di Mullaghmore. Qui ci aspettano le ultime due sorprese. Auriel Robinson è un'archeologa marina che lavora per Seatrails (www. seatrails. ie). Con lei inizia una lunga camminata sulla spiaggia di Streedagh che ci fa rivivere il dramma di tre galeoni dell'Armada spagnola che qui fecero naufragio e il cui equipaggio fu massacrato dagli inglesi; salvo un pugno di uomini che si salvarono e che, con l'appoggio di irlandesi e scozzesi, riuscirono a rientrare in patria.

La seconda sorpresa è da By the Sea, il ristorantino di Eithna O'Sullivan. Il simpatico locale è la base di Prannie Rathigan, una sorridente signora che ha messo la sua competenza di medico al servizio di una causa: la cucina a base di "sea vegetables", verdure di mare: sì, insomma, alghe.

È probabile che fra qualche decennio  -  quando ci ciberemo tutti di insetti e appunto di alghe  -  Prannie sarà considerata un profeta. Per ora si accontenta di girare il mondo per convegni ma, soprattutto, si dedica alla raccolta sul campo  -  pardon, sulle scogliere  -  e ha appena prodotto un manua-letto da portare con sé sulla riva per riconoscere le alghe commestibili. Sul suo sito (irishseaweedkitchen. ie) troverete molte informazioni sulle proprietà delle alghe ma occorre venire qui per assaggiare un dolce frullato, del pane e un pesto il cui verde viene dal mare. Più wild atlantic di così...



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