8.11.17

Milano, la mappa letteraria dei cacciatori di citazioni: "Da Hemingway al noir, un libro per ogni strada"


milano.repubblica.it
Milano, la mappa letteraria dei cacciatori di citazioni: "Da Hemingway al noir, un libro per ogni strada"
di CHIARA BALDI
5-6 minutes
I luoghi della poetessa Alda Merini

Sarà presentata ufficialmente a BookCity, in programma dal 16 al 19 novembre, ma è già disponibile su Google Maps ed è aperta al contributo di tutti. I promotori: "È anche un modo scoprire le tante epoche e versioni della città che in pochi secoli si è completamente trasformata"
08 Novembre 2017

C'è il racconto del 'Diario" del 1816 di George G. Byron in cui l'autore ammette di essere rimasto affascinato dalla "ciocca di capelli così lunghi, chiari e belli" di Lucrezia Borgia conservata alla Biblioteca Ambrosiana. E Ernest Hemingway che, in "Addio alle armi" del 1946, racconta di quando andò all'Ippodromo di San Siro. Ma c'è anche un contemporaneo - del 2016 - Paolo Nori che in "Repertorio dei matti della città di Milano" scrive di quello che in piazzale Francesco Baracca urlava "sono io il figlio della Moratti", o di quell'altro che in via Casati dove "lo avevano visto una sola volta ma se lo ricordavano tutti perché era lì, in piedi davanti alla sua bicicletta da corsa, a febbraio e bestemmiava contro la sua bici, bestemmiava e bestemmiava, e la gente era uscita dai negozi per vedere". Tutte queste citazioni, e molte altre - 700 per la precisione - sono disponibili nella 'Mappa letteraria di Milano', progetto interattivo nato in primavera dell'associazione Quarto Paesaggio e sviluppato su uno strumento semplice e noto a tutti come Google Maps.

· LA MAPPA LETTERARIA

"L'idea della mappa è nata perché volevamo creare a Milano una comunità di lettori e associare i luoghi della città ai libri che li hanno usati come ambientazione ci sembrava la scelta più giusta da fare", racconta Giorgio Tacconi, presidente dell'associazione, che si occupa di recuperare gli spazi verdi di Milano e di associarli a eventi culturali. "Facciamo reading nei parchi, disponiamo panchine dove si possa comodamente leggere i libri e organizziamo incontri all'aperto con scrittori". Per aggiornare la Mappa gli utenti devono mandare all'associazione, via mail o con un messaggio su Facebook, la foto del brano che riguarda un preciso luogo di Milano, che poi verrà trascritto. "Il nostro obiettivo però è quello di aprirla a tutti così che gli utenti verificati possano autonomamente aggiungere testi e riferimenti bibliografici in ogni strada della città".

  La Mappa sarà presentata ufficialmente a BookCity, dal 16 al 19 novembre. "Abbiamo preso parte ai 'sentieri metropolitani', percorsi e camminate in città durante i quali gli utenti che hanno contribuito a renderla così densa di citazioni potranno andare nei luoghi nominati e leggere ad alta voce il passaggio del testo che cita quel posto. È anche un modo per conoscere angoli ormai scomparsi". Come La Maddalena, che oggi è piazza De Angeli, e dove una volta c'erano le fabbriche della De Angeli-Frua. A raccontarlo, in un libro del 1939 è proprio l'imprenditore Giuseppe Frua: "L'Isola Maddalena fuori porta Magenta non era che uno dei tanti piccoli aggruppamenti di caseggiati che circondano, o meglio, che circondavano Milano, e che, per trovarsi discosti dall'abitato, erano appunto chiamati isole o cascine. In uno di questi caseggiati, alla meno peggio riparato dalle rovine del tempo, anemicamente anzi che no, vegetava un'industria sin allora tra noi più che modesta - quella della stamperia e tintoria meccanica dei tessuti". Sì perché nella Mappa, come spiega Tacconi, "ci sono tante epoche e tante versioni di Milano: questo strumento è un modo per scoprirle tutte e per conoscere il tessuto urbano di una città che in pochi secoli si è completamente trasformata". Ma non solo: "La Mappa dà anche la possibilità di aumentare la sensibilità dei cittadini verso il territorio, così che ne abbiano una maggiore cura. Sono loro, in fondo, a scegliere qual è la Milano da lasciare ai nostri figli".

  Il genere che a Milano va per la maggiore è, almeno stando alla Mappa, il noir. "Se Milano fosse davvero il luogo cruento che i libri gialli hanno raccontato essere dovremmo nasconderci in casa e non uscire più. Avremmo un commissario di polizia ogni abitante", racconta ridendo Tacconi. E allora spazio a Dario Crapanzano con il suo Arrigoni, detective degli Anni Cinquanta che va al velodromo Vigorelli. O ai luoghi di Giorgio Scerbanenco, del suo I milanesi ammazzano al sabato, oppure a quelli della "Trilogia della Città di M." di Piero Colaprico, che gli utenti hanno collocato tra Gorla, via Imbonati e via Beato Angelico. E anche "La casa di ringhiera" di via Arquà, abitata dal tappezziere-poliziotto collezionista di delitti feroci uscito dalla mente di Francesco Recami.



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