Troppa luce fa male, l'inquinamento luminoso aumenta il rischio di tumori
L'INQUINAMENTO luminoso non è più soltanto un problema che riguarda gli amanti del cielo o gli astronomi. Studi scientifici hanno dimostrato, infatti, che sono molte le implicazioni sugli ecosistemi e anche sulla salute portando ad un possibile incremento del 30% del rischio di insorgenza del cancro. Lo ha ribadito proprio in questi giorni Martin Aubé dell'Università Cégep di Sherbrooke, in Canada, uno dei maggiori esperti internazionali di modelli di propagazione dell'inquinamento luminoso e degli effetti nocivi sull'uomo.Lo scienziato è in questi giorni in Italia ospite del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova che sta per condurre uno studio approfondito sul territorio veneto. Insieme, gli scienziati hanno lanciato un appello per "salvare la notte" e contrastare l'inquinamento luminoso che ci priva della vista della Via Lattea, dichiarata dall'Unesco patrimonio dell'umanità. Ma ora a preoccupare gli esperti sono anche gli impatti sulla salute.
Il lato oscuro della luce. Anche se lo sviluppo dell'illuminazione esterna ha portato ad un indubbio miglioramento della sicurezza della vita durante la notte, l'eccesso di illuminazione oppure impianti che emettono luce direttamente verso l'alto producono effetti negativi come: abbagliamento, riduzione delle condizioni di sicurezza ed un generale impatto ambientale negativo oltre che un enorme spreco energetico ed economico. L'edizione aggiornata dell'ultimo Atlante mondiale della brillanza artificiale del cielo notturno, di recente pubblicazione, fa il punto sul livello e la distribuzione dell'inquinamento luminoso, documentando quanto di notte il cielo del Pianeta sia 'sporcato' dalla luce artificiale. Pubblicato su Science Advances, lo studio è stato condotto da un team internazionale guidato dall'italiano Fabio Falchi, ricercatore volontario dell'Istituto di scienza e tecnologia dell'inquinamento luminoso (Istil), e docente di fisica all'Istituto statale di istruzione superiore Galileo Galilei di Ostiglia (Mn).
Troppa luce sull'Italia. Dall'Atlante emerge che il nostro Paese è in cima nella lista degli stati industrializzati più inquinati. "All'interno del gruppo dei G20, l'Italia è, insieme alla Corea del Sud, la nazione più inquinata in assoluto. Non esiste più alcuna zona del nostro Paese esente dall'inquinamento luminoso", spiega Falchi. "Se confrontiamo ad esempio Milano e Monaco di Baviera - paragonabili quanto ad abitanti sia come città sia come aree metropolitane - vediamo che Milano appare nelle mappe come una macchia brillantissima, mentre Monaco risulta quasi difficile da trovare, proprio perché è molto meno inquinata. Stessa cosa se paragoniamo le aree metropolitane di Roma e Berlino, che ha addirittura più abitanti". Come mai tanto inquinamento luminoso? "Le ragioni non sono difficili da trovare", spiega Sergio Ortolani del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova. "Dagli anni '70 in poi, l'illuminazione notturna è aumentata in modo considerevole, soprattutto nell'area della pianura Padana. Oggi, in Italia, abbiamo un lampione ogni 5 abitanti: in Germania la metà, uno ogni dieci. E questo, ovviamente, si riflette sia sui costi che sull'ambiente e la salute".
Ritmi circadiani in tilt. Ma perché l'esposizione alla luce artificiale può comportare tutti questi rischi? "L'esposizione costante a fonti luminose - spiega Martin Aubé - inibisce la produzione della melatonina, che regola il nostro orologio interno. Incide, quindi, sul nostro ritmo sonno-veglia: se non funziona bene può provocare stress, stanchezza, aumento di peso. Non solo: la melatonina ha un ruolo importante anche nel proteggere il nostro organismo dall'insorgenza del cancro. Se manca, può aumentare del 30% le possibilità che la malattia si manifesti". A confermare il ruolo-chiave della melatonina è anche Pierfranco Conte, professore di oncologia presso l'Università di Padova e l'Istituto Oncologico Veneto: "Oltre a regolare il ritmo veglia-sonno che è influenzato dalla luce, la melatonina si associa alla secrezione di alcuni ormoni come cortisolo, estrogeni e serotonina che seguono il ritmo circadiano, cioè la loro secrezione varia durante le ore del giorno proprio in base all'esposizione alla luce". Quando la naturale alternanza tra luce e buio viene alterata come accade a chi lavora di notte e trascorre otto ore e anche più esposto alla luce artificiale, allora qualcosa si inceppa nella produzione di melatonina e di conseguenza nel sistema ormonale. "Un altro apparato che è fortemente influenzato dal ritmo circadiano è il sistema immunitario che è a sua volta governato dagli ormoni e dallo stress. E sta proprio nella compromissione di questi delicati meccanismi che potrebbe esserci la spiegazione di una possibile relazione di causa-effetto tra esposizione alla luce artificiale e maggior rischio di cancro, ma i dati sono ancora troppo preliminari per poter trarre delle conclusioni di questo tipo" conclude l'oncologo.
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