31.3.14

Austria. Un tuffo nella natura - Repubblica Viaggi

Austria. Un tuffo nella natura - Pagina 1 | Repubblica Viaggi
Saalfelden e Leogang sono i due borghi austriaci che danno il nome ad una delle più interessanti - e meno conosciute dagli italiani - aree turistiche del salisburghese, non molto lontano dal confine del Brennero. Saalfelden è uno splendido paesino dalle antiche tradizioni, dove tutto è a misura d'uomo, incluse le numerose botteghe ed aziende agricole dove è possibile fare shopping di prodotti genuini, rigorosamente biologici e a km zero.  Leogang è invece un villaggio prevalentemente turistico - alcuni dicono il più emozionante di tutta l'Austria -  particolarmente adatto agli sportivi. Insieme danno vita alla regione turistica Saalfelden Leogang, dove la natura regna ancora sovrana, l'ideale per una breve vacanza di primavera o per l'ultima sciata della stagione, su oltre 200 km di piste per tutti i gusti.

Qui, tra spettacolari panorami alpini, limpidi torrenti e boschi a perdita d'occhio, si trova infatti uno dei Bike Park più famosi e spettacolari d'Europa, dove i più esperti  possono affrontare lunghe discese mozzafiato, mentre i principianti (grandi e piccini) sono invitati ad avvicinarsi a questo sport con itinerari decisamente meno impegnativi. Per i patiti delle due ruote non c'è che l'imbarazzo della scelta tra 720 km di tracciati montani per MTB e 480 km di piste ciclabili. E se non vi piace pedalare nessun problema. Il Saalfelden Leogang è in grado di soddisfare le aspettative di chiunque abbia voglia di muoversi, tra passeggiate, gite ai rifugi, trekking, alpinismo, parapendio, equitazione e rafting. Senza dimenticare i golfisti che hanno a loro disposizione i due campi da 18 buche di Brandlhof e Urslautal, mentre per i più esigenti ci sono ben 15 campi da golf nel raggio di 70 km. Ai bambini è invece dedicato il parco divertimenti Nature & Stone.

Ma la regione è anche attenta alla vacanza culturale. Saalfelden  ha ben quattro castelli, uno dei quali è sede del Ritzen Museum, con una raccolta su folclore e tradizioni della regione, dove dal 1° maggio è possibile visitare una mostra temporanea dedicata agli affreschi romani. Per l'occasione sarà esposto anche il più importante affresco romano scoperto a Salisburgo. A Leogang ha invece sede un museo che racconta le tradizioni minerarie della zona. Dal 5 giugno lo spazio ospiterà anche un'interessante mostra sulle Madonne gotiche, dove saranno esposte alcune opere prese in prestito dal Louvre di Parigi, dalla Galleria Nazionale di Praga e dal Museo Nazionale tedesco di Norimberga. Assolutamente da non perdere la visita al piccolo villaggio minerario di Hütten,  dove è possibile ammirare una fucina costruita nel periodo tardo gotico e ancora oggi in uso e una torre medievale. La regione, dove si estraeva anche oro, ha una storia mineraria antica di oltre 3000 anni, simpaticamente raccontata dai tour animati organizzati da maggio ad ottobre. Chi invece preferisce l'arte contemporanea la Nexus Art House propone, durante tutto l'arco dell'anno, mostre, conferenze, spettacoli teatrali, concerti, letture e altri eventi.

Saalfelden Leogang festeggia il solstizio d'estate del 21 giugno con lo spettacolare Berge in Flammen (Montagne in fiamme). Si tratta di un'antica tradizione pagana che vede gli abitanti delle vallate salire sulle cime delle montagna per accendere grandi falò che illuminano il cielo e le vallate. Alla fine di agosto  Saalfelden ospita anche un importante festival internazionale di jazz.

L'ospitalità di qualità è assicurata da numerose strutture turistiche, tra le quali l'hotel  Forsthofgut, definito il primo centro benessere "orestale in Europa. L'albergo è circondato da un parco di 30.000 mq con tanto di lago balneabile e dispone di un'ampia SPA, immersa nella foresta. Chi è alla ricerca di lusso esclusivo può scegliere invece gli chalet del villaggio alpino Priesteregg a Leogang, situati a 1.100 metri d'altitudine. Ogni baita dispone di una propria sauna, caminetto, vasca da bagno wellness esterna e una Jacuzzi per l'idromassaggio.(31 marzo 2014)



30.3.14

Primavera a Stoccolma. Su due ruote - Repubblica Viaggi

Primavera a Stoccolma. Su due ruote - Pagina 1 | Repubblica Viaggi

Quattordici isole, 57 ponti, tanto verde, una sola città. Definita da molti la "Venezia del Nord", Stoccolma è uno dei luoghi più incantevoli e vivibili d'Europa. Qui si è realizzato il perfetto sviluppo cittadino sostenibile, con ampi parchi cittadini e mezzi pubblici efficientissimi (compresi i battelli che attraversano i canali), in una realtà urbana poco più grande della città di Torino dove è possibile spostarsi in bicicletta senza alcuna difficoltà. È per questo che qualche anno fa Stoccolma ha potuto fregiarsi del titolo di Capitale più ecologica d'Europa.

Scoprire Stoccolma, con i bike sharing. La bicicletta può essere anche un modo alternativo e soprattutto economico per scoprire - da turisti - la città. Grazie alle dimensioni del tessuto urbano e pendenze modeste, ogni luogo è facilmente raggiungibile, risparmiando sul trasporto pubblico, relativamente caro. Se portarsi la propria due ruote dall'Italia non è semplicissimo e forse non particolarmente economico, la soluzione più comoda è certamente il bike sharing, a disposizione sia degli abitanti della città che dei turisti. Il servizio - denominato Stockholm City Bikes - si può utilizzare da aprile ad ottobre con un mini abbonamento di tre giorni oppure stagionale. Dopo averlo acquistato allo Stockholm Tourist Centre o su Internet, si può salire in sella alle biciclette alloggiate nelle 110 aree riservate, sparse su tutta la città, dalle 6 di mattina alle 10 di sera e per non più di tre ore consecutive. Le biciclette non sono il massimo dell'eleganza ma garantiscono la dovuta manegevolezza e sicurezza con il freno a contropedale, il cambio e ampi parafanghi, oltre allo spazio per portare borse e zaini. Per l'intera stagione il costo è di poco più di 30 euro, mentre per la "tre-giorni" il prezzo si aggira intorno ai 17 euro. Chi vuole, può integrare questo abbonamento a quello del trasporto pubblico, unificando il tutto sulla scheda magnetica SL Access.

Ma se piove? Il problema di Stoccolma, come di molte città del nord è certamente il meteo. La fortuna è determinante in un viaggio di pochi giorni. La città, soprattutto dalla tarda primavera all'autunno, può vivere tutte le stagioni nell'arco delle 24 ore. Pioggia intensa può cadere improvvisamente in una giornata che era iniziata con un bel sole e le temperature precipitare o salire improvvisamente. Pedalare sotto la pioggia è certamente una cosa che gli svedesi fanno regolarmente. Per noi italiani non è così usuale. Per questo l'abbonamento potrebbe in alcuni casi non essere conveniente o comunque eccessivamente vincolante.

Djurgården, l'isola che (non) c'è. Allora non resta che rivolgersi ai vari chioschi sparsi lungo i canali nelle zone a maggiore presenza turistica come a Djurgården dove è possibile affittare una bicicletta per qualche ora e godere del verde del meraviglioso parco a pochi passi o a poche pedalate dal centro della città. Djurgården è l'isola-parco preferita dagli abitanti di Stoccolma che amano trascorrere qui lunghi momenti di relax, oltre alla Festa di Mezza Estate e gli acquisti al mercatino di Natale di Skansen, il più antico museo all'aperto della Svezia, realizzato su una delle colline dell'isola. Djurgården è la meta imperdibile per chi vuole immergersi nel verde svedese e far visita ai più noti musei di Stoccolma. Qui, oltre a Skansen, c'è il Vasa Museet, l'enorme struttura di cemento armato che contiene un galeone affondato nel 1628 nelle acque di Stoccolma e recuperato e restaurato alcuni decenni fa. A pochi metri dal Vasa, sorge il Junibacken, un luogo magico dedicato ai bambini e non solo. Si tratta di un particolare museo delle fiabe svedesi, dove trovano molto spazio i personaggi nati dalla penna di Astrid Lindgren: Emil, Karlsson e soprattutto la famosissima Pippi Calzelunghe. Un trenino condurrà i bambini in un viaggio tra le favole. A Djurgården ci sono, inoltre, il Nordiska Museet e un parco giochi, entrambi raggiungibili senza alcuna difficoltà in sella ad una bici. Ma per godere appieno del verde, proseguite lungo la Djurgårdsvägen, strada che conduce nella parte più selvaggia dell'isola. Le casette di legno, colorate di rosso e bianco diventano più rade. La natura predomina e l'odore del bosco si fa sempre più intenso. Non stabilite un percorso prefissato: entrate in un sentiero e pedalate. Rimarrete a bocca aperta quando gli scoiattoli attraverseranno la strada, veloci con le loro lunghe code. O quando incontrerete cavalli e mucche al pascolo, su prati verdissimi ai bordi del bosco, mentre il blu dell'acqua dei canali compare tra le canne. Con "Bike Hike", inoltre, è possibile pedalare nella storia di Stoccolma con escursioni guidate (in inglese) di tre ore sull'isola da maggio a settembre.

Pedalare a Gamla Stan. Dalla natura alla storia. Un altro posto dove si può pedalare è l'isola di Gamla Stan. E' un vero piacere immergersi nel dedalo di stradine della parte più vecchia di Stoccolma tra piazze medievali e strade acciottolate. Ogni incrocio è un incanto architettonico. E la sera i lampioni e la luce del tramonto la rendono magica. Da visitare qui è certamente il Palazzo Reale dove è possibile partecipare al sontuoso cambio della guardia e dove è possibile entrare, visto che una parte dell'edificio è stata trasformata in un vero e proprio museo della Corona. Il tour a Gamla Stan può proseguire anche alle vicine e verdi isole di Skeppsholmen e Kastellholmen. Da quest'ultima, in posizione rialzata rispetto al mare, si può godere di una vista a 360 gradi sulla parte più bella della città, con scorci particolari verso Djurgården e il suo parco giochi dal quale arrivano le urla di chi sta affrontando le montagne russe, verso il quartiere bohémien di Sodermalm, verso Gamla Stan e verso il mar Baltico, increspato da improvvise raffiche di vento. Da non perdere anche una pedalata a Drottningholm (che può essere raggiunto anche in battello con bici al seguito, l' Haga Park o il Ulriksdal Park.

Come gli svedesi. A Stoccolma moltissime persone usano la bicicletta per gli spostamenti urbani. Dalla ragazza sportiva che va in palestra, al manager in giacca e cravatta. Si tratta di un mezzo di trasporto cool. Gli stessi abitanti di Stoccolma non si preoccupano troppo dei furti: alcune biciclette vengono lasciate libere, altre vengono assicurate con semplici lucchetti alle rastrelliere che si trovano nei vari angoli della città. Provate anche voi per un giorno a vivere come loro, spostandovi per le strade, da un negozio all'altro in sella ad una bicicletta. Percorrete - facendo però attenzione ai pedoni, la via dello shopping, Drottninggatan, tra concept shop e abbigliamento, tra botteghe e caffè. Verso le 17 fermatevi, appunto, in uno di essi, e degustate la tipica merenda svedese, sorseggiando un caffè americano mentre assaporate le burrose torte che offrono i vari locali.

Negli ostelli più impensabili. Se muoversi in bici per Stoccolma è piacevole e soprattutto economico, si può risparmiare anche sull'alloggio. La capitale svedese ha standard elevanti per quanto riguarda le strutture alberghiere. Ad alti standard, però, corrispondono anche costi non proprio abbordabili. Se dormire in campeggio non è ideale in questa stagione, è possibile soggiornare negli ostelli perfettamente curati, dall'aspetto essenziale e pulito. Ma consigliamo comunque a chi vuole risparmiare trascorrendo la notte in luoghi curiosi e particolari, di provare alcuni ostelli realizzati in posti impensabili. Vicino all'aeroporto di Arlanda, c'è un Jumbo 747 dismesso nel quale è stato realizzata una struttura alberghiera. L'arredamento, ovviamente, riprende tutti gli elementi classici degli aerei, dagli oblò ai sedili, dagli steward alle hostess. Per i più romantici, è imperdibile, invece, l'ostello realizzato in un antico veliero, il Chapman, ormeggiato lungo il pontile dell'isola di Skeppsholmen, dal quale si può ammirare Gamla Stan e il Palazzo Reale, in una posizione veramente strategica. Si tratta di un ostello - con tanto di ristorante a bordo - dedicato ai giovani, i quali possono godere di sconti e agevolazioni tutto l'anno. (28 marzo 2014)



27.3.14

Londra. Una capitale a misura di bimbo - Repubblica Viaggi

Londra. Una capitale a misura di bimbo - Pagina 1 | Repubblica Viaggi
Il punk, il Big Ben, il British museum, i mercatini: come hanno imparato generazioni di italiani, tutti abbiamo il nostro buon motivo per andare a Londra. London calling, e il richiamo è valido per tutte le fasi della nostra vita, anche, ad esempio, quando si diventa genitori e le priorità in teoria dovrebbero cambiare. Prima di andare alla ricerca di quel vinile che troveremo solo da Music & Video Exchange, di un fumetto da Forbidden Planet o di un vestito da Harrod's ci si preoccupa di come far passare una bella vacanza anche ai bambini. E ancora una volta, Londra non tradisce.

Le soluzioni per i più piccoli sono tante, sia open air che all'interno. Carichi di ottimismo (a Londra piove spesso? Non quando ci andremo noi) cominciamo dai parchi. Per ore di divertimento gratuito (e non è un elemento secondario: ingresso libero e nessun gettone per giostre o infernali macchinette) c'è il Diana Memorial Playground, all'interno dei Kensington Gardens. Questo spazio, dedicato a Lady D, inaugurato nel 2000, è caratterizzato da una serie di ambientazioni e percorsi in legno dove i bambini possono salire e aggirarsi liberamente. Quello che colpirà anche gli adulti è la riproduzione di un enorme vascello pirata in legno. Una nave in piena regola, tutta da esplorare, con tanto di vele, cime, oblò, alberi: tutto perfettamente a misura di bambino. Intorno, piccole barche scialuppa e tanta sabbia dove tuffarsi. A pochi passi poi, ecco le tende di un villaggio indiano a grandezza naturale. E ancora, un fortino con ponti e scale, sempre rigorosamente in legno,oltre a giochi più classici come altalene e scivoli.

L'ambientazione poi non va sottovalutata: siamo in un angolo di Hyde Park, e i famosi scoiattoli vengono tranquillamente a fare due salti. Ogni anno più di 750.000 bambini giocano in questo verde paradiso londinese, e per i genitori esausti c'è un caffè dove sedersi all'aperto. Se questo angolo è decisamente il più originale, tutti i parchi di Londra sono ovviamente una risorsa, e ad Hyde Park come a Regent's Park è sempre possibile affittare biciclette, pedalò, e trascorrere parte della giornata remando nei laghetti artificiali.

 Va bene, certo, ammettiamo pure che almeno un giorno di pioggia nella nostra vacanza londinese ci renderà difficile la visita al parco. Niente paura: come è ovvio, le soluzioni per bambini sotto a un tetto sono infinite. Dotati di molta forza di volontà e determinazione a non cedere a ogni richiesta, un giro da Hamley's va fatto: è il negozio di giocattoli più grande della città. Sei piani, divisi per generi e tipologie di giochi, e tanti piccoli spettacoli a ogni angolo: i commessi mostrano giocattoli, trucchi magici, costruzioni, con dimostrazioni e possibilità di provare praticamente tutto. Molti papà si fermeranno a giocare con le macchine telecomandate, e i bambini potranno tranquillamente sedersi a disegnare.

Se poi vorrete cimentarvi in esperienze ai limiti dell'immaginazione, la visita ai musei della capitale inglese è ciò che fa per voi. Tra tutti spicca il Natural History Museum, a South Kensington, dove con i vostri figli potrete vagare alla scoperta di animali imbalsamati, fossili e dinosauri a grandezza naturale! Tutto ciò vi sarà però permesso a patto di aver già vissuto e superato vittoriosi l'avventura per antonomasia: l'interminabile fila per l'accesso al museo, che nei giorni di pioggia, e magari con passeggino al seguito, diventa una vera e propria sfida anche per l'adulto più devoto e paziente! Poco lontano, e certamente di più rapido accesso, c'è lo Science Museum, il museo della scienza. All' interno mille possibilità ed esperimenti per mettere alla prova la vena scientifica dei vostri figli tra pozioni d'acqua, luci roteanti e spettacoli di bolle di sapone ed ombre magiche.

Dopo lo Science Museum per una pausa in relax, sempre in zona Kensington, anche per i genitori, all'hotel Baglioni (60 Hyde Park Gate) troverete un aperitivo dal sapore nostrano nel bar della hall e cucina "all'italiana" con pasta al dente e cappuccino fumante. Oltre a camerieri che parlano italiano. A proposito di pasti, non in tutti i ristoranti i bambini sono bene accetti. Ma ci sono catene come Giraffe dove è possibile mangiare un hamburger o un'insalata dal sapore asiatico accompagnata da una bella scatola di colori e fogli per disegnare per i vostri figli. Anche Bill's ha una serie di bistrot che servono cibo spesso bio e permette di acquistare i prodotti che vengono serviti, come marmellate o olio.

Per gli amanti degli animali, altri due imperdibili fiori all'occhiello della capitale inglese: il London Zoo e il London Acquarium. Lo zoo si trova all'estremità nord di Regent's Park. E' bello ed economico, dal momento che è gratuito per i bambini sotto i tre anni e con riduzioni fino ai sedici. Nella bella cornice cittadina, incontrerete specie animali di ogni tipo...questa volta però in carne ed ossa! Munitevi di noccioline per giocare con le simpaticissime scimmie inglesi. All'acquario invece troverete circa 400 specie marine e più di 50 vasche e sempre a prezzi accessibili,che variano dalle £14 alle £20, con possibilità di un biglietto famiglia a circa £60.

A Londra con i bambini poi c'è un passaggio praticamente obbligato: uno dei musical del West End. Tanti i teatri e i relativi cartelloni, con storie e miti sempreverdi, dal Re Leone al mitico Cat's, da anni on stage! Trovare i biglietti, vista la vastità dell'offerta, è decisamente semplice. Potete farlo online, nei teatri stessi oppure, a volte senza nemmeno dover fare troppa fila, in uno dei tanti rivenditori della zona, intorno a Leicester Square, a Cranbourn Street. Tra l'omaggio ai Queen di We Will Rock You e Billy Elliot, forse lo spettacolo che i più piccoli possono davvero apprezzare è proprio The Lion King. Dal 1999 il bel Lyceum Theatre è diventato la casa del Re Leone. Inutile ricordare le musiche di Elton John, la danza e l'ambientazione africana, tutte pluripremiate. Dopo il teatro per un cocktail (ovviamente analcolico per i più piccoli), proprio di fronte al Lyceum c'è il lobby bar dell'Hotel One Aldwych (al civico 1 della strada omonima), uno degli alloggi baby friendly della città. Camere spaziose per famiglie, regalini per i più piccoli e tutto il necessario per la loro permanenza inglese. Ad accogliervi alla reception troverete anche Spencer, una cane scolpito che da anni è la mascotte di questo bell'angolo della capitale. Qui, tra l'altro, c'è la migliore colazione d'Inghilterra: almeno così ha deciso Visit Britain, che ha premiato il ristorante Indigo con il 2013 Breakfast Award.(27 marzo 2014)



23.3.14

How to Grow Sprouts at Home — Grounded NutritionGrounded Nutrition

How to Grow Sprouts at Home — Grounded NutritionGrounded Nutrition

Il crudismo, i buongustai dei sapori naturali: "È l'elisir di lunga vita" - Repubblica.it

"Il crudismo è uno stile di vita, è una forma di salutismo e la longevità è la sua promessa". A parlare così è Matteo Morozzo Della Rocca chef crudista, ovvero fautore di un'alimentazione senza l'uso di cibi cotti. "La strada - aggiunge  è quella olistica e spirituale ed è notevole il senso di benessere fisico". Matteo fa corsi di cucina crudista in un piccolo albergo a pochi passi dalla stazione Termini, il Beehive, letteralmente "alveare", dove un martedì ogni quindici giorni si organizzano pure cene crudiste. Ma non è tutto. Lui organizza catering, cucina torte crude e le consegna a domicilio e fa cene in tutto il mondo con la sua organizzazione Raw in Rome. "Recentemente abbiamo attivato anche la consegna di lunch box crudisti, nonché vegetariani e vegani agli uffici romani della Fao". Per una pausa pranzo decisamente più salutare.

A conferma che crudo è meglio, a breve nella capitale arriva pure Grezzo, nel quartiere Monti, dove il consulente esclusivo e responsabile di tutta la produzione e formazione del laboratorio è Vito Cortese, famoso chef crudista, fondatore di "Nudocrudo". Nella bottega di Monti, inaugurazione prevista entro aprile, arriveranno cioccolata, dolci e gelati crudisti, ovvero "l'evoluzione sana del dolce" sottolinea Cortese, con ingredienti di origine vegetale e naturale: niente forni e fornelli, niente glutine, né lieviti, lattosio, zuccheri raffinati e né soia e si potranno acquistare pure uova di Pasqua di raw chocolate. C'è però chi obietta al tutto crudo. È il caso della dottoressa Sara Farnetti la nutrizionista romana del momento che dice "il cibo crudo è quello che meglio può fornire le sostanze perché non è manipolato e ciò è sinonimo di vitalità, di mantenimento delle vitamine termolabili, ma le scelte univoche maltrattano l'organismo e per fare scelte salutari è meglio fare mix intelligenti".

In vista dell'estate ogni tanto si possono bere gli smoothies e le centrifughe salutari a base di verdure come quella con barbabietola, carota viola, mela verde, zenzero e wheatgrass ovvero l'erba di grano germogliato, preparate da Luca De Marco e Francesca Lombardi di Aromaticus, un piccolo spazio in via Urbana dedicato al green dove si possono mangiare anche insalate "crudiste" con misticanza, radicchi selvatici, raperonzoli, germogli, crescioni, fiori eduli, erbe aromatiche, nonché a breve creme ghiacciate di verdure rigorosamente non cotte, drenanti e depurative. Come le centrifughe di verdure o i frullati zero latte, effetto disintossicante, di Vitaminas 24 al Pigneto: barbabietole, carote, mele, zenzero, bieta, finocchi, lattuga provengono da un'azienda biologica dei Castelli Romani, mentre la frutta tropicale è in diretta dal Brasile tra açai, acerola, caja, graviola, cupuaçu. L'insalata con zenzero e fiori eduli da portare via e mangiare in ufficio al posto dell'untuosa pizzetta si compra da Spasso Food in via Appia, mentre da La Zazie dietro piazza Fiume si mangia sano con frutta e verdura anche centrifugata. Salute e forma fisica vanno a braccetto.



How to Make a Moss Lettuce Basket

Not only is this lettuce and moss basket attractive covered in foliage, texture, and color, it looks good enough to eat. Moreover, it is! This edible container is so lovely it can hang in the front entryway; and, it's fantastic to eat and healthy for you. That's why I love to make these baskets. You can grow them anywhere outdoors as long as it gets full sun to partial shade. This is a great way to grow edibles, even if you live in an apartment or condominium with only a balcony space to grow your food.

One of the benefits of lettuce growing in a hanging basket is slugs can't get to them! When it's time for dinner, I step out on my deck, snip leaves here, and snip leaves there, always leaving enough of the center of each lettuce plant to keep growing. I don't harvest a whole head of lettuce; I just keep trimming away for healthy, fresh salad greens for dinner or lunch. This will last a month or two, until the heat hits and the leaves turn bitter as it prepares itself to flower. By then I have another basket planted for a late summer to fall harvest. I plan to try one for winter and see if the plants are hardy enough hanging outside in the cold. Lettuce growing in the ground will survive outdoors all winter if protected from rain in our maritime climate.

The down side to wire hanging baskets is they dry out easily. They need to be watered daily once the season warms up. Before then you want to check the containers often and water as needed. I don't recommend water crystals for keeping containers hydrated. Except for beautiful craft projects, they are a waste of money for the garden container and can actually steal moisture from the plants to keep themselves hydrated.

If you don't want to make this stunning basket of lettuce (see directions below), you can always plant your lettuce in beautiful hanging pots.

Directions

Lettuce Seedlings

materials for basket

Most times, I start my own lettuce seedlings, but a good garden center will carry many good varieties in six-pack or four-pack containers. When I don't grow my own from seed, I buy organic grown seedlings. I sow or purchase a variety of red, speckled and green leaf lettuces. Staggering the colors and foliage types throughout the hanging basket, adds a pleasant balance of texture to the basket. Although I haven't tried this, a monochromatic basket with one lettuce variety would be stunning too.

wire basket and hanger

Wire basket with hanger.

whiskey barrel liner

Whiskey barrel liner.

moss soaking in water

Moss soaking in water.

starting from the bottom

Starting from the bottom.

first lettuce row

First row.

second lettuce row

Second row.

A row after it's planted.

A row after it's planted.

planted basket

Planting complete!

I can't emphasize enough the importance of using a quality, organic potting soil and the use of organic fertilizers for your edible containers. I mix a complete organic fertilizer into the potting soil and add extra perlite to the potting soil; however, the extra perlite is not necessary if your soil isn't too heavy. I add approximately 1 part perlite to 5-6 parts potting soil. If you add it, be sure to wear a mask so as not to breathe in the fine, white, perlite dust.

After your plant settles in, use a high nitrogen organic fertilizer. Nitrogen works best for foliage growth. You don't want to use a fertilizer that encourages flowering as once the plants begin to elongate and get ready to flower the leaves turn bitter and are no longer palatable. Do everything you can to delay the blossoms and keep the plant in a rosette state.


Gather your materials

To make the basket you will need the following items:

  • 30 to 40 lettuce seedlings
  • 14 to 16-inch wire basket
  • Hanger with 4 wires and sturdy hook
  • Ceiling hook to hang basket from
  • 1.5 cubic bag of organic potting soil (there will be leftover soil)
  • optional - organic perlite
  • 24 dry quarts of sphagnum moss (need about 1 1/2 - 12 quart bags)
  • complete organic fertilizer
  • organic nitrogen fertilizer such as blood meal, or fish emulsion

Tools you will need:


Wire Basket

The skeleton of this container is a large wire basket. You need at least a 14-inch basket as smaller ones dry out too quickly. My preference is the 16-inch size. Size does matter! Any larger and you may need a crane to lift and carry it. I prefer hangers with four wires not three, and pre-bent hooks for the basket end. These are the easiest to work with when balancing and leveling the basket.

Swivel Hook

Although not necessary, a swivel hook to hang the basket on makes it easier to plant it. Instead of having to lift and turn it for each side as you work your way up, you just rotate the basket. As you fill it up, it becomes heavy. When hung in its permanent location, the swivel hook makes turning the wire container easy. Later when harvesting the leaves, you can easily access all sides of the basket just by turning it.

Whiskey Barrel Liner

It's a dirty process, so an optional piece of equipment to use during the planting stage is a whiskey barrel liner or other large tub to catch the water, dirt, and moss that falls from the basket. In my greenhouse, I have a wood floor, so the liner catches everything making clean up a breeze. Even if you plant this outside on your deck, this will keep your deck clean too.

Soaking the Moss

Fill your bucket with moss and warm water and let it to soak for 20 minutes. Although I hear some container gardeners say it's not necessary to presoak the moss, I find it's easier to work with when moist and I don't have to contend with moss dust. When building your moss walls, you will take a handful of moss at a time and wring out the excess moisture.

Planting Your Basket

On the bottom of your container, place your moss thickly enough to hold the soil in place. Keep in mind as you build your basket that the moss is what contains the soil. You can plant a few plants at the bottom; however, I like to keep the bottom clear of plants; it makes hanging the basket easier if you can steady the bottom with your hand as you hang it up. Sometimes I place a shallow terra cotta saucer on top of the moss before I add the first round of soil, but this not necessary.

Once you have the bottom covered in moss you will take a handful of moss, squeeze out the excess water, and place it inside of the container. Push the moss halfway between the horizontal wires to the outside. Then roll it back over the top of the wire above it and meet up with the other half on the inside. You want your moss to overlap the moss below it so the soil is held in place. Gently slide the moss over to the vertical wire. Continue this all the way around the first row of wire. When you reach around to the point where you began you will notice you have a depression where you fill with potting soil. Don't press the soil down, sprinkle it gently and thoroughly, letting the water and gravity settle the soil in.

Plant First Row

For your first row, you will plant one lettuce seedling in the middle of each section (the space between the two vertical wires). Lay the root-ball down inside the basket and close to the horizontal wires. Gently tease the leaves between the wires to the outside of the container. Pull a handful of moss from your soaking bucket, squeeze out excess moisture, roll it over the wire as before, and gently slide it over to the plant until it conceals one side of the root ball. On the other side of the plant do the same with the moss and slide it over until it conceals the other half of the root-ball. Finish off the rest of the section with moss. Continue around the pot until the wire above the first lettuce row is covered in moss.

Fill in the area with more potting soil and gently water until the soil is saturated.

Plant Second Row

The second row you will plant your lettuce starts close to the vertical wires. First pull out another handful of moss from your soaking bucket squeeze out excess moisture, roll it over the next row of wire as before, and slide it over to the vertical wire. Lay your lettuce down close to the vertical wire. Gently tease the leaves between the wires. Carefully slide the root ball behind the moss you placed next to the vertical wire. Add another handful of moss near the other side of the plant, pulling the moss under the wire, and rolling it over the top as before. Then slide this over to the root ball and gently into the stem of the plant, carefully concealing the roots behind the moss. Keep adding moss to the wire until you reach the next section; add another plant close to the vertical wire as before. Work your way around the pot until the row is finished, and there is a lettuce planted at every vertical wire. Fill with more soil, water and then begin the next row.

Repeat Process to the Top

The third row will be like the first row and so on up the container. Keep staggering the lettuce plants in each row. As the pot gets wider adjust your plantings so they have the same spacing. This means the third row of lettuce lines up in a straight line with the first row and the fourth row each lettuce is lined up vertically above each lettuce for the second row.

After planting the top row of lettuce between the wires, you will plant five lettuce seedlings on the top part of the basket. Fill in with soil; topping it with moss is optional. I usually pull the topping away once the plants fill in.




13.3.14

Sci libero. Come una volta - Repubblica Viaggi

Il grande bianco di questo lungo inverno caldo ha rimandato i conti dei comprensori sciistici con l'innevamento artificiale. Rimandato ma non cancellato: senza cannoni una stazione non può vivere, nemmeno alle quote più alte, e questi rappresentano il costo più imponente nel bilancio complessivo. E però i metri e metri di neve dei primi mesi dell'anno, pur facendo la felicità degli sciatori mordi e fuggi, hanno permesso di riscoprire una montagna diversa, più antica, senza funi. Le terre alte non più imprigionate dai cavi degli impianti. Utopie? In parte, ma qualcuno ci ha scommesso e ha vinto, è riuscito a vivere prescindendo dallo sci di pista, un inverno - e tanto più una primavera - senza i motori di skilift e seggiovie.

Pian Munè, in valle Po, dominato dalla sagoma triangolare del Monviso, tirava avanti con appena tre impianti che da due anni si sono fermati. La revisione avrebbe avuto costi insostenibili e l'amministrazione non ha voluto saperne. Due ex dipendenti della società, Marta Nicolino e Walter Brossa, hanno ridato un futuro alla stazione: un gatto delle nevi continua a battere la pista, si sale con le pelli di foca o le racchette - i più pigri anche con il gatto - e in alto la Baita Pian Croesio assicura cucina tradizionale e proposte gastronomiche innovative. Nei weekend di sole si arriva a contare un migliaio di presenze: più di quelle che sciavano quando gli impianti erano ancora in funzione.

Un'altra stazione morta, in Piemonte, era L'Aquila di Giaveno. A pochi chilometri da Torino, ha rappresentato la meta di uno sci familiare fino agli anni Ottanta. Poi lo scarso innevamento e i mancati investimenti l'hanno condannata. Ma se i vecchi edifici di partenza e arrivo della seggiovia sono abbandonati, non è stato così per le piste e più su per i pendii nevosi fino ai 2.115 metri di Punta dell'Aquila. Nei fine settimana come nei giorni feriali sono adesso il paradiso di scialpinisti e ciaspolatori, il ristorante alla base funziona come allora e ha affiancato un servizio di noleggio e, quando è freddo a sufficienza, un campo di pattinaggio.

Il turismo dolce della neve non è solo per le stazioni dismesse. I rifugi che fino a pochi anni fa chiudevano i battenti in autunno - lasciando eventualmente, agli scarsi frequentatori
invernali, un bivacco non custodito - oggi grazie a uno sci che fa-da-sé la-
vorano quattro stagioni o quasi. Ancora in Piemonte, il rifugio Jervis in Val Pellice è frequentato la domenica come in estate. I gestori organizzano attività per chiunque, un anello di otto chilometri viene battuto sulla conca del Pra' per i fondisti, sulle cime attorno si arrampica sulle cascate di ghiaccio o si sale con le pelli di foca, i canalini offrono alcuni fra gli itinerari di sci ripido più ambiti delle Alpi occidentali. «E quando è brutto - suggerisce il gestore, la guida alpina Roby Boulard - si scende alla stazione di Prali, poco distante, per una giornata di freeride, e si risale la sera, alla luce delle lampade frontali». Dal Belgio arrivano gruppi organizzati per una settimana bianca del tutto diversa da qualsiasi altra offerta invernale in montagna.

Dall'altra parte d'Italia, il Sudtirolo non da oggi ha scoperto un turismo bianco alternativo. Ma è impressionante il viavai di scialpinisti e ciaspolatori - in questo caso con l'aggiunta degli slittinisti - che salgono in Val di Funes, la patria di Messner, fino alla malga Gampen. Tanto che a Zannes, alla partenza, il parcheggio si paga, 5 euro. E per mangiare gli squisiti piatti altoatesini occorre prenotare. In Trentino la Val di Breguzzo si inoltra nel gruppo dell'Adamello: il rifugio Trivena è un altro porto sicuro per gli appassionati. Buona cucina, l'assistenza delle guide con corsi di freerider e scialpinismo, un sito aggiornato per il meteo e il bollettino delle valanghe e un lungo calendario di serate con musica dal vivo e incontri.

Non ha rifugi il Cornetto di Folgaria, nell'omonima area sci trentina, ma è un altro esempio di pista un tempo servita da un impianto e oggi percorsa come allora: qui lo sport prima di essere discesa è anche il piacere della salita.

Due mete più a sud. Siamo sull'Appennino abruzzese ottimo per chi, da Roma o Napoli, vuole sfruttare le ultime settimane di neve. Nel gruppo del Velino il rifugio Sebastiani, a poca distanza dagli impianti di Campo Felice, è un indirizzo ben noto a chi si annoia sul va-e-vieni delle funi. E ancora il suggestivo rifugio della Rocca, ricavato nel vecchio borgo medievale abbandonato di Rocca Calascio è oggi il punto d'appoggio di numerosi gruppi di scialpinisti che arrivano dal nord Europa, soprattutto tedeschi. Ci ritrovano le atmosfere del film fantasy Ladyhawke, con Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer, girato tra le torri che si stagliano, quando c'è, sulla neve.(12 marzo 2014)



8.3.14

Europa. 15 mete a 15 euro - Pagina 1 | Repubblica Viaggi

           
Primavera, tempo di ripartire. Backpacker di tutta Europa, unitevi alla ricerca delle migliori strutture in cui viaggiare low cost e in completa libertà. In altre parole, e se non volete rivolgervi a servizi online come AirBnB, inizia la caccia agli evergreen della vacanza giovane e a bassissimo costo: gli ostelli. Strutture che ormai da tempo si sono in buona parte allontanate dai traballanti standard di una volta, trasformandosi spesso in vere e proprie alternative di stile ai più costosi hotel. Le temperature iniziano a essere accettabili anche per i freddolosi italiani, le giornate sono più lunghe e dietro l'angolo c'è qualche giorno di vacanza. Il portale specializzato HostelBookers si è dunque mosso per tempo e ha selezionato 15 ostelli in altrettante città europee. Ad accomunarli una caratteristica imprescindibile: costano meno di 15 euro a notte. 

Si parte per esempio con l'Oporto City Hostel, nell'ammaliante centro storico della decadente città del Portogallo settentrionale. Al centro di tutto, dispone sia di dormitori che di camere con bagno privato. Oltre a una cucina comune, cosa non da poco, molto utile per tagliare anche sui pasti. Prezzo: 6,90 euro a persona per notte. Tutt'altre coordinate: a Dublino vi aspetta il Generator Dublin di Smithfield Square, vicinissimo a luoghi essenziali della capitale irlandese come la Old Jameson Distillery, il museo della mitica birra Guinness e il castello. Pochi passi a piedi e anche la notte della vacanza a basso impatto (sul portafoglio) si accenderà con i locali e i pub del divertente e acciottolato quartiere di Temple Bar. Anche in questo caso dormitori e camere private. Prezzo: 8,50 euro a persona per notte.

Si torna nella penisola iberica con il White Nest Hostel dell'incantevole Granada, in Andalusia. È una struttura curata situata in un edificio del XVII secolo nel quartiere di Albayzín, con più di un occhio all'arredamento. Anche questo ostello è vicino a posti d'interesse come l'imperdibile Alhambra, a cui si arriva con una breve camminata. Costa 9,99 euro a persona per notte. Non solo primavera: con l'arrivo della bella stagione qualcuno potrebbe preferire una meta più calda. O almeno iniziare a pensarci. L'Holiday Beach Resort di Santorini, per esempio, è situato sulla strada principale di Perissa, la zona più famosa per la spiaggia nera dell'isola greca. Prezzo: dagli 8 ai 20 euro a seconda della sistemazione.

Imbarcandosi di nuovo per la Vecchia Europa si può scegliere di trascorrere il ponte pasquale a Praga: c'è il Plus Prague Hostel, catena presente anche in altre città europee, arredato in stile moderno e con alcuni comfort non diffusi nelle strutture di questo genere come sauna e piscina. Da 5 euro a persona per notte. Rimanendo in quel quadrante, non sarebbe male una (sostanziosa) deviazione verso Budapest al 7x24 Central Hostel, a cinque minuti da piazza Deák Ferenc tér, quartier generale dei mezzi pubblici e pieno di posti tipici e poco conosciuti come i ruin pub, stupendi locali costruiti fra le rovine di vecchi palazzi e spesso presi in gestione da giovani creativi. C'è la cucina anche qui, costa 8 euro a persona per notte.

La nuova capitale d'Europa, non ce ne voglia Londra, sta diventando Berlino. Il Check in hostel è a pochi minuti a piedi da posti imperdibili come l'ormai solo scenografico Checkpoint Charlie o Friedrichstraße. Un problema? Niente camere private, solo dormitori da quattro oppure otto posti con docce e bagni in comune. Dai 12 ai 18 euro a persona per notte. Altra meta in grande crescita, roba da oltre otto milioni di visitatori l'anno, è la polacca Cracovia: trascorrerci qualche giorno costerà fra i 10 e i 17 euro a persona all'High Life Hostel. Otto minuti a piedi dalla piazza principale e ogni tipologia di camera a disposizione. Tornando in Portogallo, non si può non fare tappa in una delle città più divertenti e rilassate d'Europa, la capitale Lisbona: il Soul è un ostello delizioso, realizzato a tema seguendo alcune peculiarità storiche della città. Ogni camera è insomma una storia a sé. E c'è anche la possibilità di prenotare un appartamento. Prezzo: dagli 11 ai 28 euro a persona per notte. Ancora un cambio di fronte: il Pozitiv Hostel di Zagabria, in Croazia, costa fra i 10 e i 16 euro, mentre, passando per un attimo in Italia, l'ostello Beata Solitudo di Agerola, a una manciata di chilometri da Amalfi, è il top per prendersi una pausa fra i colori del Mediterraneo. Non a caso è il più caro della selezione: dai 15 ai 40 euro.

È vero, non sono in Europa ma HostelBookers ha pensato di infilare nella selezione anche due mete sempre più gettonate dai viaggiatori del Vecchio Continente: la turca Istanbul, di cui è stata scelta la parte extraeuropea, e la marocchina Marrakech. Nel primo caso è stato selezionato l'Hush Hostel nel popolato e cosmopolita distretto di Kadikoy, parte asiatica della città. Costa dai 12 ai 24 euro. Nel secondo, invece, il consiglio è l'Hostel Riad Marrakech Rouge, votato dalla stessa piattaforma fra le tre migliori strutture africane per convenienza nel 2012. Si tratta di una guesthouse tradizionale nel cuore della Medina. Disponibili dormitori e matrimoniali per meno di 9 euro a persona.

Tornando in Europa per l'ultima panoramica, non poteva non entrare nella scelta la meta giovane per antonomasia, Barcellona. Nel capoluogo catalano il suggerimento si chiama Urbany Hostel, una struttura moderna alla pari di un hotel la cui gestione ha scelto di sposare a tutto tondo la filosofia ecologica e low cost. Si trova vicino alla Sagrada Família. La chicca? Internet e colazione gratuite. Così come l'accesso all'adiacente centro sportivo. Dagli 8 ai 30 euro. Si chiude tornando verso Est, al Canape Connection di Sofia, in Bulgaria: quattro tipologie di camere e colazione fatta in casa inclusa nel prezzo, che varia dagli 8 ai 20 euro. Pronto lo zaino? (06 marzo 2014)



7.3.14

Le combinazioni alimentari nel crudismo vegano - Meglio Crudo - Meglio Crudo

Le combinazioni alimentari possono sembrare complicate da ricordare, ma nel crudismo vegano, stile alimentare semplice e naturale per definizione, si riducono a qualche caposaldo da tenere a mente. Queste che cito di seguito sono le linee guida alle quali mi attengo e che mi hanno dato maggiori soddisfazioni in termini di buona digestione, soddisfazione del palato e mantenimento di un buon livello di energia.

7-Combinazioni alimentari

Frutta

Mangia la frutta da sola, prediligendo il pasto monofrutto, oppure abbinando frutta dolce con frutta semiacida, oppure frutta semiacida con frutta acida.

Frutta dolce: banane, fichi, mango, papaya, cachi (loti), datteri, prugne, frutta essiccata…

Frutta semiacida: mele, pere, uva, susine, pesche, nettarine, albicocche, ciliegie, mirtilli…

Frutta acida: arance, mandaranci, mandarini, clementine, ananas, uva asprigna, limoni, fragole, lamponi, ribes, pompelmi, melagrane…

Nota: personalmente non ho sperimentato alcun problema mischiando frutta acida con frutta dolce nei frullati; metto in genere più frutta dolce che acida. Evito, invece, questa associazione mangiando la frutta a pezzi.

Verdure

Quella delle verdure è la categoria che si abbina meglio con gli altri alimenti, specialmente con semi, noci ed avocado. Le verdure a foglia si sposano un po' con tutto, anche nei frullati di frutta per fare i famosi green smoothies. I fruttortaggi si mescolano bene con le foglie ed infatti si usano spesso nelle insalate, così come i germogli.

Nota: non ho notato particolari problemi nel condire le insalate, anche se composte sia da foglie che da fruttortaggi, con frutta come arancia, pompelmo, clementine e mango. Anche il limone è un ottimo condimento per le insalate: ricco di vitamina C, aiuta l'assorbimento del ferro presente nei vegetali.

Grassi

Evita di mischiare i grassi (semi, noci, avocado…) con la frutta dolce, per promuovere un corretto metabolismo degli zuccheri. L'abbinamento pare tollerabile con la frutta acida – ad esempio nel dressing "tahini-orange".

In genere, in una giornata-tipo crudista fully-raw i grassi vengono consumati come condimento dell'insalata serale (salse varie con avocado, tocchetti di avocado e/o di olive, semi di girasole o di zucca sparsi).

Transizione

Se sei in transizione e consumi ancora cereali e/o legumi, li puoi abbinare tranquillamente alle verdure. Se vuoi rimanere entro la quota grassi di uno stile alimentare 80/10/10, è possibile sostituire l'olio che di solito si usa per la cottura con acqua (può sembrare strano, invece si possono ottenere risultati ugualmente gustosi senza rischiare di eccedere con la percentuale giornaliera di grassi!).

Nell'ebook Meglio Crudo puoi trovare maggiori informazioni sul crudismo vegano e sulla transizione, con tutte le motivazioni teoriche che stanno alla base di questo stile di vita semplice, sano e vibrante.



6.3.14

Alimenti che migliorano il funzionamento della tiroide | Ambiente Bio


La tiroide è una ghiandola endocrina alla base di molte funzioni del nostro organismo: ha il compito di regolare il metabolismo e determina il flusso del sangue verso gli organi del corpo.

In base al funzionamento di questa ghiandola, questi processi possono avvenire in maniera più o meno veloce. Infatti, si parla di ipertiroidismo, quando nel sangue circola una quantità eccessiva di ormoni e di ipotiroidismo, invece, quando la quantità è poca.

In genere, è molto più probabile trovare casi di ipotiroidismo che di ipertiroidismo.

Nel funzionamento della tiroide, un ruolo molto importante è assunto dallo iodio. La scarsa presenza di iodio, infatti, porta a una tiroide cosiddetta "stanca" e a un rallentamento del metabolismo.

A livello mondiale, le carenze alimentari di iodio sono una delle più comuni cause alla base dell'ipotiroidismo. L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di consumare 150 microgrammi di iodio (250 mcg per le donne in gravidanza) al giorno. Per un bambino la quantità scende a 90 microgrammi, per un adolescente a 120, per un uomo adulto a 130 microgrammi.

Pelle secca, umore a terra, ciclo doloroso, stanchezza, caduta dei capelli e chili di troppo sono i sintomi classici di una tiroide che lavora poco. Se il problema è quindi  l'ipotiroidismo, potrebbe essere necessario risvegliare la nostra ghiandola.

A tal proposito, esistono alcuni alimenti che possono assicurarci il fabbisogno giornaliero di iodio e promuovere un buon funzionamento della nostra tiroide.

Va da sé che questi consigli non intendono assolutamente sostituirsi al parere di un medico, necessario, innanzitutto, per comprendere le cause del cattivo funzionamento della nostra ghiandola.

L'ipotiroidismo, infatti, può essere la conseguenza di una carenza di iodio nella nostra dieta, è vero, ma può anche essere il sintomo di disturbi più gravi, come ad esempio la presenza di noduli o tumori sulla tiroide. Proprio per questo, è sempre necessario rivolgersi ad un esperto.

Cibi che favoriscono il funzionamento della tiroide

In generale, per favorire il funzionamento della tiroide, si consiglia il consumo di cibi ricchi di vitamina B e ferro, ma anche di frutta e verdura ricche di antiossidanti, alghe, fagioli, olio di oliva e oli vegetali.

Gli alimenti ricchi di vitamine facenti parte del gruppo B supportano la nostra ghiandola , così come quelli ricchi di ferro.

Tra le verdure più consigliate, troviamo le barbabietole e il prezzemolo. Sì anche a patate, lenticchie, fagioli neri e kefir.

Anche i cereali integrali sembrano stimolare la tiroide: via libera quindi a riso integrale, miglio, avena.

Se l'ipotiroidismo è causato da un'alimentazione scarsa in iodio, è bene sapere che i cibi che ne contengono di più sono: spinaci, riso integrale, funghi freschi, bietole, carote e mele.

In generale, anche i cibi vegetali ricchi di selenio riequilibrano la tiroide. Tra di essi troviamo grano, crusca, orzo, noci brasiliane, semi di girasole e semi di senape.

All'inizio abbiamo detto che per avere una tiroide sana è necessario consumare frutta e verdura, come i mirtilli, pomodori, ciliegie, zucchine e peperoni freschi.

Esistono però alcuni cibi, come broccoli, cavolfiori, cavoli, rape, ravanelli, soia e cavolini di Bruxelles, che possono avere anche un effetto opposto, perché contengono alcuni elementi che potrebbero ostacolare il funzionamento della ghiandola tiroidea: aumentando notevolmente il fabbisogno di iodio, ne perturbano il metabolismo. Tali cibi andrebbero pertanto consumati con moderazione, ma solo in caso di ipotiroidismo da carenza iodica.

Questo vale soprattutto se questi alimenti vengono consumati crudi. Se, invece, vengono cotti, preferibilmente a vapore, l'effetto avverso diminuisce o addirittura scompare.

Come al solito, la scelta più saggia è il consumo di alimenti biologici, che non contengono steroidi e ormoni in grado di ridurre la produzione naturale di ormoni tiroidei.

Tra i cibi che stimolano il funzionamento della tiroide, viene inserita anche la noce di cocco.

Cibi da evitare

Naturalmente, la dieta da seguire in caso di problemi alla tiroide varia da persona a persona. In linea generale, comunque, tra i cibi da evitare troviamo i latticini, che possono rallentare il metabolismo e che possono essere ottenuti da latte di animali nutriti con soia (il cui consumo in questo caso deve essere limitato) o su cui sono stati adoperati ormoni.

Evitate inoltre le bevande stimolanti come il caffè e la coca cola, il fumo e le bevande alcooliche perché anche loro influiscono negativamente sulla funzione tiroidea.

Rimedi naturali

Ecco adesso due rimedi naturali, suggeriti per stimolare l'attività della tiroide.

Alga bruna

Conosciuta anche come Fucus vesiculosus, l'alga bruna è ricca di iodio ed è una delle numerose alghe che possono aiutare l'equilibrio della tiroide. Viene somministrata in gocce, sotto forma di tintura madre, in un dosaggio tipico che va da 1/8 a 1/2 cucchiaino di tintura tre volte al giorno. Le dosi possono dipendere dal caso specifico.

Commiphora

La Commiphora Mukul è una pianta tropicale spinosa, molto utilizzata in India e nella medicina ayurvedica. Si utilizza in concomitanza con trattamenti fitoterapici a base di Fucus. Ha un effetto antinfiammatorio sulle articolazioni e sui vasi sanguigni.

La Commiphora myrrha, invece, è uno dei costituenti principali per la produzione di mirra. Questa resina degli alberi stimola la tiroide, anche se i ricercatori non hanno ancora capito in che modo. Il dosaggio tipico va da 1/8 a 1/4 di cucchiaino di tintura tre volte al giorno.

Ricordate: se pensate di avere problemi di tiroide, consultate sempre uno specialista.

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(Foto: BruceBlaus)