Quanto ne sanno di te Google, Facebook e Amazon? Troppo, ma puoi difenderti. Ecco come
In questo momento, mentre leggete questo articolo, noi di Business Insider Italia sappiamo quanti di voi lettori sono su questa pagina web, da dove siete collegati, con quale browser, addirittura potremmo sapere la percentuale di utenti che abbandonano la pagina in un dato punto dell'articolo.
Immaginate ora quanto le grandi compagnie come Amazon, Facebook, Google e molte altre sanno di voi, grazie all'utilizzo dei loro prodotti o servizi. Vi anticipiamo: tanto, per alcuni troppo.
I dati sono il petrolio del nuovo millennio perché consentono alle compagnie di fare previsioni sugli acquisti, generare pubblicità altamente mirate o imbastire campagne di persuasione online per scopi politici ed elettorali. Tutti i movimenti degli utenti online vengono monitorati, registrati ed elaborati, dal semplice tweet all'acquisto di un ferro da stiro.
Per avere anche una minima idea di cosa si può estrapolare dalle proprie abitudini online basta andare sullo strumento Apply Magic Sauce prodotto Cambridge Psychometrics Centre, che mostra un profilo della propria personalità basandosi sui dati del proprio profilo Facebook e Twitter.
Oppure farsi un giro su clickclickclick.click per rendersi conto di quanto il proprio browser registri ogni mossa, con tanto di telecronaca di ogni nostra azione. Si tratta chiaramente di un gioco, è tutto registrato, ma è un modo per capire visivamente quanti dati forniamo, dal movimento del mouse al tempo di permanenza su una pagina.
E se proprio non credete a quanto leggete, andate su webkay.robinlinus.com, un software in grado di dirvi tutto quello che i più comuni browser sanno di voi: per esempio riporta istantaneamente da quale computer navigate o a quale social network avete fatto l'accesso.
Tutto questo potrebbe spaventare ma è perfettamente legale: bisogna sapere che ci sono comunque modi per difendersi, per minimizzare la mole di dati che ogni giorno "regaliamo" alle compagnie, che spacciano un grande appetito di dati per una scintillante tecno-libertà.
Sei spendaccione? Ti faccio prezzi più alti
Non si tratta solo di evitare di vedere la pubblicità del solito ferro da stiro dopo aver messo "mi piace" a una pagina Facebook collegata ai prodotti per la casa. Questi dati, che presi da soli sono grezzi ma che messi a sistema possono comporre le abitudini e preferenze delle masse che navigano (e che consumano), potrebbero in futuro anche avere effetti negativi sul vostro portafogli: ad esempio l'Università Politecnica della Catalogna ha riportato prove che alcuni negozi online utilizzano dati per far pagare di più agli utenti profilati come "spendaccioni".
Ecco qualche suggerimento per minimizzare l'esposizione dei propri dati online, almeno sulle più note piattaforme, per proteggere almeno in parte la propria privacy.
Come proteggersi, regole generali
Bisogna sapere innanzitutto cosa significa retargeting, cookie, device recognition e questo è il posto giusto.
Per evitare che i propri dati circolino online la prima cosa da fare è abilitare l'opzione "non tracciare" sul proprio browser. Sì, la maggior parte dei browser ha questa funzione, come ad esempio in Chrome: basta andare nelle impostazioni e spuntare la casella "Do Not Track".
Un'altra mossa da fare è andare su youradchoices.com, un sito che controlla il proprio browser riguardo i cookie di tracciamento. Si potranno poi disabilitare le pubblicità visionate in base al proprio comportamento online e molto altro. Soluzione più drastica è utilizzare Ghostery, un'estensione per il browser che blocca i cookie di tracciamento da più di 4.500 compagnie. Renderà la vostra navigazione un po' più difficoltosa ma è il prezzo da pagare se si vuole un maggior controllo sui dati.
Google ti ascolta
Google ha miliardi di interazioni ogni giorno, il risultato è che il gigante di Mountain View ha tantissimi dati sugli interessi e le ricerche degli utenti. Per sapere tutto quello che Google sa di te basta andare su myaccount.google.com. Il problema è che ci sono così tante informazioni che è difficile navigarci. Per cominciare basta andare in "Le mie attività" e successivamente in "Gestione Attività" per scoprire i (tantissimi) dati creati durante l'utilizzo dei servizi di Google.
Qui si potranno vedere ad esempio la cronologia delle ricerche, quali video YouTube sono stati visti, ma scorrendo la cosa più inquietante è sicuramente la tab "Attività Vocale e audio". Gli utenti più sensibili alla questione privacy lo sapranno: tramite l'app di Google sugli smartphone Android si possono impartire comandi vocali dicendo semplicemente "OK Google", con la possibilità di chiedere all'assistente virtuale un'informazione, un percorso e molto altro. Bene, queste registrazioni vengono conservate da Google sui suoi server, sul cloud.
Ma non è tutto: il microfono del vostro smartphone Android si attiva anche semplicemente dicendo "OK", registrando conversazioni praticamente all'insaputa dell'utente. Nella sezione audio si può avere accesso a tutte queste registrazioni, anche ascoltarle ed eliminarle, rimarrete sorpresi nell'ascoltare piccoli spezzoni di conversazioni che non sapevate di aver registrato.
Tutti i dati che forniamo a Google possono essere anche completamente scaricati. Basterà andare alla pagina "Scarica i tuoi dati" ma bisogna ricordare che si tratta di tantissimo materiale: tutte le email, video su Youtube e molto altro. Il consiglio finale è di usare il motore duckduckgo.com se proprio non si vogliono lasciare dati a Google.
Facebook non ti abbandona mai
Al di là dell'eterna polemica su "Facebook ti ascolta", su cui sono arrivate sempre smentite, Il social network di Mark Zuckerberg sa tutto di noi: cosa ci piace, le nostre abitudini, le nostre interazioni, il nostro passato. Da una parte è molto aperta riguardo i dati che colleziona, dall'altra risulta "inquietante" quando ci troviamo di fronte a una pubblicità di un prodotto di cui abbiamo parlato qualche minuto prima con un nostro amico. La trasparenza sicuramente si vede quando sulla propria timeline di Facebook viene visualizzata un'inserzione sponsorizzata: basterà cliccare sulla piccola freccia in basso per vedere un menu con l'avviso "Perché vedo questa inserzione?", che illustra perché Facebook sta mostrando proprio quell'annuncio.
Per avere un quadro chiaro di quello che Facebook sa di te basta andare nelle "Impostazioni" del proprio profilo e cliccare su "Inserzioni" per ispezionare il proprio profilo pubblicitario. A questo punto si potrà procedere con l'eliminazione o meno di brand o inserzioni che non si vogliono vedere sulla propria timeline.
La parte inquietante è che la pubblicità targettizzata di Facebook non abbandona l'utente. Facebook usa i cookie per seguire il proprio profilo su altri siti e, per esempio su Amazon, assicurarsi di mostrare queste pubblicità. Bene, questa eventualità si può eliminare sempre nelle impostazioni, spuntando "No" alla strana e oscura dicitura "Inserzioni su applicazioni e siti Web fuori dalle aziende di Facebook".
Certo, in questo modo non si disabilita completamente il monitoraggio di Facebook sul proprio account, per quello si dovrà procedere con mosse più drastiche come abbiamo già illustrato.
Amazon ti segue
Amazon è una delle società che "segue" di più gli utenti online. Basta guardare un solo prodotto sul noto commerce per ritrovarsi pubblicità ovunque sul sito successivo che si guarda. È relativamente facile però evitare di essere tracciati da Amazon, basta andare sulla pagina del proprio account, scendere su "Impostazioni pubblicità", qui si possono disabilitare le pubblicità personalizzate. Dato che tutto ciò si basa sui cookie questo rifiuto avrà effetto solo sul browser che si sta usando in quel momento.
In "Preferenze di comunicazione" si potranno poi disabilitare le comunicazioni di Amazon via posta elettronica. In Italia non sono ancora disponibili prodotti Amazon che integrano l'assistente vocale Alexa, quindi questo è un problema che gli utenti dovranno porsi quando Echo o Echo Dot arriveranno sul nostro mercato.
Apple: occhio a microfono e webcam
Anche se Apple vende prodotti di fascia alta e molto costosi comunque colleziona dati sui propri utenti. La sezione "Privacy" nelle impostazioni di iOS fornisce una visione generale dei dati che gli utenti inviano a Cupertino, con la possibilità di disabilitarne alcuni. iPhone ad esempio traccia costantemente la propria posizione e potenzialmente la condivide. Per disabilitare questa funzione andare nelle impostazioni, Privacy, Localizzazione e si avrà una lista delle applicazioni che hanno accesso ai dati GPS come Facebook o Trova il mio iPhone.
Stessa cosa per macOS, bisogna andare in "Preferenze di Sistema" e poi su "Sicurezza e Privacy". Senza dimenticare di coprire sempre la webcam del Mac: se si vede la luce verde accendersi improvvisamente è perché, probabilmente, qualcuno vi sta spiando. Stessa cosa per il microfono, potrebbe essere saggio disabilitarlo completamente.
Microsoft traccia tutto quello che scrivi
La "telemetria" di Windows 10 cattura tutto quello che un utente fa sul proprio PC. Questo per migliorare Windows, dice Microsoft, ma per alcuni è una violazione. Per cambiare o rifiutare tutto questo si dovrà andare nella sezione "privacy" di Widows 10. Vi avvisiamo, ci saranno almeno 18 pagine di configurazione. Quello che spaventa è che Windows 10 ha l'abilità di tracciare tutto quello che l'utente scrive e di condividerlo con Microsoft. Avete capito bene. Si può evitare andando su "Riconoscimento vocale, input penna e digitazione" e poi "Disattiva servizi vocali e suggerimenti di digitazione".
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