31.5.16

La lotta biologica nell'orto di giugno

La lotta biologica nell'orto di giugno

La lotta biologica nell'orto di giugno

Nell'orto di giugno una guida biologica per contrastare peronospora, lumache, larve, nematodi, cimici di terra e afidi. Pratiche agronomiche, prodotti naturali e insetti utili per combatterli biologicamente.


Gira nuovamente in rete la notizia che l'UE avrebbe bandito la coltivazione degli orti domestici perché svilupperebbero dannose e pericolose fitopatologie anche mortali. É una bufala! Quindi, tornate nel vostro orto perché Giugno è un mese intenso: pacciamatura, concimazione, irrigazione, semina e raccolta di zucchine, melanzane, pomodori, insalata e fragole. Inoltre, nell'orto di giugno le piante sono esposte a molte malattie crittogamiche come la peronospora delle Liliacee e la scabbia polverulenta della patata, ma le nostre colture sono vulnerabili anche a lumache, larve di nottua, nematodi, afidi e a svariate virosi trasmesse dalle cimici di terra.
LA PERONOSPORA DELLA CIPOLLA E AGLIO

peronospora orto di giugno
Le frequenti piogge che si sono manifestate nel mese di maggio in tutta la penisola minacciano le coltivazioni di cipolla e aglio che possono essere colpite da infezioni di peronospora (Peronospora Schleideni). Le foglie di queste due colture manifestano maculature biancastre o grigrio-verdi, ricoperte da una muffa di colore grigio-violaceo. Si ha marciume dell'intero organo mentre i bulbi non completano lo sviluppo.
RAME E ZOLFO CONTRO LA PERONOSPORA
Solitamente l'impiego di anticrittogamici è ostacolato dalla scarsissima adesività dei liquidi a causa dello strato di cera che ricopre le foglie. Prodotti a base di zolfo e rame ammessi in agricoltura biologica risolveranno il problema. Per esempio in commercio esistono prodotti a base di solfato di rame finemente micronizzato e con ottimo potere coprente, il cui intervallo di sicurezza è di 20 giorni. Questi prodotti non sono compatibili con gli antiparassitari a reazione alcalina e pur essendo ammessi in agricoltura biologica è preferibile osservare le norme precauzionali prescritte per i prodotti più tossici, utilizzarli in dosi ridotte, in assenza di vento, quando strettamente necessario e mai durante la fioritura.

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LA PREVENZIONE DELLA PERONOSPORA
Rimuovere i residui colturali a fine ciclo, effettuare la rotazione delle piante orticole ed evitare di bagnare la parte aerea delle piante durante le irrigazioni sono ottime pratiche preventive contro la peronospora.
LE POLVERI MINERALI CONTRO FITOFAGI E CRITTOGAME
La distribuzione di prodotti minerali è un'antichissima tecnica utilizzata per migliorare la resistenza delle piante contro i fitofagi e lo sviluppo delle larve e delle crittogame. I minerali trattenuti dalla superficie fogliare creano una barriera sfavorevole alle avversità biotiche (Parassiti, virus, e animali) e abiotiche (meteorologiche e fisiologiche). Le polveri minerali sono costituite da farina di roccia, bentonite e litotamnio, una farina a base di alghe calcaree di origine marina. Inoltre, la presenza di elementi nutritivi in questi prodotti migliora lo sviluppo vegetativo delle piante trattate. Le dosi per il trattamento nutritivo e protettivo è di 500-600 g/hl, mentre per il trattamento anticrittogamico si aggiunge solfato di rame (rame 25%) alle dosi consigliate.
SCABBIA POLVERULENTA

orto di giugno Spongospora subterranea
Le abbondanti piogge del mese ancora in corso accompagnate da temperature intorno ai 15°, potrebbero favorire, in quelle zone in cui è in corso la differenziazione dei tuberi, la scabbia polverulenta della patata, che può evolvere anche a spese di altre solanacee sia spontanee che coltivate, come ad esempio il pomodoro. Questa malattia è causata dalla Spongospora subterranea, un microrganismo che provoca delle escrescenze sulla buccia delle patate che lacerandosi lasciano fuoriuscire una massa polverulenta di spore destinate a determinare nuove infezioni.
LA PREVENZIONE E LA CURA DELLA SCABBIA POLVERULENTA
La Spongospora subterranea, come si può intuire dal nome, si conserva nel terreno anche per 3-5 anni e attacca preferibilmente le varierà prodotte in terreni tendenzialmente acidi. Purtroppo contro questa patologia è possibile attuare solo alcune cautele che consistono nella sospensione della coltura nei terreni contaminati per almeno 3-4 anni e nell'accorgimento di verificare attentamente che i tuberi o i semi utilizzati siano sani. Prodotti a base di zolfo, da distribuire nelle ore calde e in presenza di basse percentuali di umidità, possono contenere i danni provocati benché non esistano interventi curativi in coltivazioni affette da scabbia polverulenta. Ciononostante, una raccolta precoce del prodotto può essere di grande aiuto, in quanto l'evoluzione di questa malattia accenna ad arrestarsi durante l'estrazione del tubero dal terreno.

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LE LUMACHE
Le limacce, lumache senza guscio, si cibano di fiori, foglie e porzioni verdi di pianta pregiudicando la vita stessa della pianta defogliata. Le limacce prediligono le ore serali, le temperature miti e l'umidità.
I RIMEDI CONTRO LE LUMACHE
Pacciamare il terreno con la segatura, la cui consistenza asciutta e ruvida risulta poco invitante per le lumache ha l'intrinseco vantaggio di trattenere l'umidità del terreno e contribuire al controllo delle malerbe. Anche interrare un vasetto contenente birra, da sostituire ogni due giorni, è un valido aiuto contro le lumache che attratte dall'odore moriranno per annegamento. Salvia, timo e assenzio, invece, sono ottimi repellenti naturali. Ricordate che la raccolta manuale durante le ore serali è un ottimo rimedio e che polli e anatre sono ghiotti di limacce. I lumachicidi biologici, il cui costo non è particolarmente contenuto, sono a base di ossido di ferro, si spargono tra le piante o si distribuiscono sul perimetro eletto. Oltre a catturare le lumache arricchiscono il terreno di microelementi. Il dosaggio consigliato è di 5 g ogni mq. Le applicazioni, massimo 4 nel corso dell'intero ciclo vegetativo, saranno effettuate dopo il tramonto. Ricordate, infine, che lombrichi e biodiversità dell'orto riducono gli attacchi delle lumache quasi del 60%.
LARVE DI NOTTUA
Le larve di nottua, molto comuni negli orti, vivono interrate in prossimità del colletto delle piante. Le specie erbacee colpite, per citarne solo alcune, sono: bietola, patata, fagiolo, sedano, finocchio, insalata e cipolla. Queste larve, lunghe 3-4 cm, possono erodere talmente profondamente queste coltivazioni da causarne la morte.

LOTTA BIOLOGICA ALLE LARVE DI NOTTUA: BACILLUS THURINGIENSIS

larve di nottua orto di giugno

Larve di nottua (foto di agraria.org)

Esiste un insetticida innocuo per l'ambiente e gli insetti utili ed efficace contro le larve di nottua: il Bacillus Thuringiensis. Questo batterio entomopatogeno ingerito dalle larve di nottua, attiva una tossina che paralizza l'apparato digerente delle larve, causandone la morte in 5 giorni. Il Bacillus Thuringiensis deve essere applicato immediatamente dopo la schiusa delle uova e quindi con larve nei primi stadi di sviluppo. L'applicazione deve essere effettuata su piante asciutte, in assenza di precipitazioni e durante le ore serali. Le dosi d'impiego sono di 2-3 ml di prodotto in 5 lt di acqua, per trattare 10 mq di coltura. L'applicazione di questo batterio viene effettuata con atomizzatori e pompe a spalla, non è miscibile con poltiglia bordolese e con altre sostanze a reazione alcalina.

cuscino in pula di farro

LE CIMICI
Le specie appartenenti a questo Ordine (Rincoti) sono molte e attaccano svariate colture quali pomodori, fagioli, fagiolini, cavoli e nocciolo. A partire da giugno e per tutto il periodo estivo le cimici arrivano a produrre fino a quattro generazioni. I danni si manifestano sulle foglie o sul frutto e provocano disseccamenti e necrosi; in alcune specie invece causano alterazioni quantitative, qualitative e morfologiche, danni indiretti determinati da batteriosi e la trasmissione di uno sgradevole sapore ai frutti.
LOTTA BIOLOGICA ALLE CIMICI
L'efficacia della lotta è data dall'individuazione dei nidi, spesso presenti sulle parti apicali di edera, melo e lampone, sui quali applicare un prodotto biologico molto noto: il piretro. Il piretro è un insetticida di origine vegetale, ricavato dai fiori di crisantemo che agisce per contatto, pertanto, non essendo selettivo deve essere utilizzato con molta attenzione. Il formulato commerciale deve essere diluito in acqua con ph inferiore a 4 (14-25 ml in 10 lt di acqua) e immediatamente irrorato sulla pianta da proteggere con atomizzatori, pompe a spalla o con semplici erogatori. Bisogna tenere presente che è poco persistente e che si decompone rapidamente alla luce e ad elevate temperature. Usarlo con cautela è essenziale poiché l'impiego indiscriminato del piretro causa la selezione di insetti resistenti.
NEMATODI GALLIGENI

orto di giugno nematodi (foto di obiettivo natura)
I nematodi sono vermi, con movimento anguilliforme tanto da essere chiamati anguillule, il cui corpo bianco e allungato è spesso al di sotto di 1 mm di lunghezza. Alcune specie vivono libere nel suolo e nelle acque, altre sono parassite delle piante da cui aspirano il contenuto delle cellule perforandone le pareti, grazie a uno stiletto contenuto nella bocca. In Italia, come in tutti i paesi con clima caldo-temperato, i Nematodi più diffusi sono quelli che attaccano le radici, del genere Heterodera e Meilodogyne (nematodi galligeni), questi causano la comparsa di numerosi tubercoli, dette galle, che provocano l'atrofia e quindi la marcescenza di tutto il sistema radicale. Le coltivazioni colpite sono: cetriolo, vite, fragola, fagiolino, pomodoro, zucchina e molteplici piante erbacee e bulbose. Le piante colpite manifestano scarso sviluppo vegetativo, ridotte produzioni e sintomi simili a quelli causati da mancanza d'acqua. Quando l'attacco dei nematodi avviene subito dopo la messa a dimora di giovani piantine, ne causa la morte.

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LOTTA BIOLOGICA AI NEMATODI GALLIGENI
La lotta contro tutti i nematodi è piuttosto difficile e porta a risultati parziali, s'impernia sulla disinfestazione del suolo all'aperto per le colture da pieno campo o dei terricci per le colture in vaso. Il mezzo più efficace di disinfestazione del suolo è senza dubbio il calore: per piccoli quantitativi di terriccio o sabbia si può usare il riscaldamento a secco in un comune forno, oppure acqua bollente con la quale annaffiare abbondantemente e spesso il terriccio stesso. Vi sono anche soluzioni offerte da mezzi fisici, quali la solarizzazione, che consiste nel surriscaldare il terreno utilizzando il calore estivo e assicurando per 4-8 settimane un trattamento termico efficace. Bisognerà inumidire il terreno e coprirlo con teli di plastica trasparente, in commercio se ne trovano anche biodegradabili ed hanno una duplice azione: solarizzazione e pacciamatura. Altre soluzioni sono date da alcune tecniche di tipo agronomico quali la rotazione delle colture per 3-4 anni, la concimazione con letame maturo e il sovescio di rafano e senape. Alcuni esperimenti relativamente recenti hanno dimostrato l'efficacia del trattamento di biofumigazione combinando pellet di Brassica Carinata con piante trappola, quali l'Eruca Sativa.
AFIDI
Gli afidi oltre a nutrirsi della linfa delle piante, trasmettono numerosi virus da pianta a pianta. Questi insetti, conosciuti anche come pidocchi delle piante, hanno instaurato un sistema mutualistico con le formiche, che li allevano e li proteggono dai predatori in cambio di una sostanza zuccherina, la melata, secreta dagli afidi e di cui le formiche si nutrono. Un metodo sostenibile per la lotta agli afidi, oltre all'asportazione delle parti colpite se non vitali, è l'uso di parassitoidi e predatori entomofagi, quali coccinella e crisopa, il cui habitat favorevole è rappresentato da un terreno ricco di erbe spontanee.

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18.5.16

5 Books to Read This Summer | Bill Gates

5 Books to Read This Summer | Bill Gates

5 Books to Read This Summer

Here in Seattle, summer is a gift you earn by gutting out nine months of rain and gloom. The skies are clear, there's hardly any humidity, and the nights are cool. Best of all, you sometimes get the chance to sit outside reading a great book.

This summer, my recommended reading list has a good dose of books with science and math at their core. But there's no science or math to my selection process. The following five books are simply ones that I loved, made me think in new ways, and kept me up reading long past when I should have gone to sleep. As a result, this is an eclectic list—from an 800-page science fiction novel by a local legend to a 200-page nonfiction book on how Japan can get its economic mojo back. I hope you find at least one book here that inspires you to go off the beaten path when you get some time to yourself this summer.

Seveneves, by Neal Stephenson. I hadn't read any science fiction for a decade when a friend recommended this novel. I'm glad she did. The plot gets going in the first sentence, when the moon blows up. People figure out that in two years a cataclysmic meteor shower will wipe out all life on Earth, so the world unites on a plan to keep humanity going by launching as many spacecraft as possible into orbit. You might lose patience with all the information you'll get about space flight—Stephenson, who lives in Seattle, has clearly done his research—but I loved the technical details. Seveneves inspired me to rekindle my sci-fi habit.

How Not to be Wrong, by Jordan Ellenberg. Ellenberg, a mathematician and writer, explains how math plays into our daily lives without our even knowing it. Each chapter starts with a subject that seems fairly straightforward—electoral politics, say, or the Massachusetts lottery—and then uses it as a jumping-off point to talk about the math involved. In some places the math gets quite complicated, but he always wraps things up by making sure you're still with him. The book's larger point is that, as Ellenberg writes, "to do mathematics is to be, at once, touched by fire and bound by reason"—and that there are ways in which we're all doing math, all the time.

The Vital Question, by Nick Lane. Nick is one of those original thinkers who makes you say: More people should know about this guy's work. He is trying to right a scientific wrong by getting people to fully appreciate the role that energy plays in all living things. He argues that we can only understand how life began, and how living things got so complex, by understanding how energy works. It's not just theoretical; mitochondria (the power plants in our cells) could play a role in fighting cancer and malnutrition. Even if the details of Nick's work turn out to be wrong, I suspect his focus on energy will be seen as an important contribution to our understanding of where we come from.

The Power to Compete, by Ryoichi Mikitani and Hiroshi Mikitani. I have a soft spot for Japan that dates back three decades or so, when I first traveled there for Microsoft. Today, of course, Japan is intensely interesting to anyone who follows global economics. Why were its companies—the juggernauts of the 1980s—eclipsed by competitors in South Korea and China? And can they come back? Those questions are at the heart of this series of dialogues between Ryoichi, an economist who died in 2013, and his son Hiroshi, founder of the Internet company Rakuten. Although I don't agree with everything in Hiroshi's program, I think he has a number of good ideas. The Power to Compete is a smart look at the future of a fascinating country.

Sapiens: A Brief History of Humankind, by Noah Yuval Harari. Both Melinda and I read this one, and it has sparked lots of great conversations at our dinner table. Harari takes on a daunting challenge: to tell the entire history of the human race in just 400 pages. He also writes about our species today and how artificial intelligence, genetic engineering, and other technologies will change us in the future. Although I found things to disagree with—especially Harari's claim that humans were better off before we started farming—I would recommend Sapiens to anyone who's interested in the history and future of our species.

17.5.16

Mangiare vegan con meno di 100 euro al mese | Blog di esserevegan

Mangiare vegan con meno di 100 euro al mese | Blog di esserevegan

Mangiare vegan con meno di 100 euro al mese

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Due persone mi hanno detto che non diventano vegane perché costa troppo. Io mi sono incazzato come una bestia, perché è vero il contrario!

Le persone che fanno queste affermazioni, lo fanno perché credono di dover comprare prodotti vegani nei supermercati, senza considerare che un buon 75% delle ricette della cucina classica italiana sono vegan!

Sono vegano da un sacco di anni e quando ho iniziato io non c'erano tutte le proposte che si trovano oggi ormai in tutti i supermercati. Non esisteva niente di niente, solo quella merda di seitan che è glutine allo stato puro e che fa schifo e malissimo alla salute! Quindi mi sono arrangiato e basta. Anzi, non mi sono mai posto il problema di cosa mangiare, ho semplicemente eliminato quel poco di carne che mangiavo, latte, uova e basta, per il resto la mia dieta è rimasta la stessa. Anzi, se avessi scoperto il latte di mandorla prima, lo avrei usato nel caffè, ma ora ho smesso di bere pure quello!

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ECCO COME MANGIARE VEGAN CON MENO DI 100 EURO AL MESE

Ora, ditemi quanto costa un kg di carne e quanto costa un kg di riso! Se andate all'Ins (altrimenti ci sono altri discount, tipo il Lidl) potete ottenere 1 kg di riso per un euro e, considerando che la dose per pasto è di 75 g, vuol dire che con un 1 kg ci fate 13 pasti. Quindi, ogni pasto costa 0,08 centesimi. Io in periodi di fame sono andato avanti a riso, un filo di olio e un pizzico di sale.

Ovvio, non vi dico di mangiare solo riso, ma intanto potresti mangiarlo 3 volte a settimana, visto che è più sano della pasta e che costa pure di meno!

Il pane può essere autoprodotto con della farina, risparmiando tantissimo. Basta fare tanto in una volta sola e poi dividerlo in palline, queste si conservano nel freezer avvolte nella pellicola trasparente; potete usarle anche per fare la pizza. Il tempo speso per fare le palline è di circa 15 minuti e magari potete farne per tutto il mese. Poi vi basterà tirare fuori le palline dal freezer la mattina e per pranzo o cena ci fate il pane o la pizza. Costo? Qualche centesimo! (Ovvio, se ci fate la pizza costerà un pochino di più, con un euro ve la cavate a pizza: una verdurina, un filo d'olio, un po' di pomodoro, origano….

farina autoprodotta

Per non parlare della farina di riso autoprodotta, vi basta avere un macinacaffè! Sapete che bel risparmio! Certo, poi per farla legare ci vuole o l'agar agar o farina di semi di guar. Ma con il macinacaffè potete anche autoprodurre altri tipi di farine, ad esempio di semi di girasole, di frutta o verdura essiccata (anche con il forno, se non avete l'essiccatore).

Anche i medaglioni (chiamarli hamburger o vegburger è errato, se non c'è carne si chiamano medaglioni o polpette!) di verdure potete autoprodurre: farina, verdure lesse, spezie, sale integrale, cipolle, aglio, olio EVO, pangrattato e se volete del tōfu, ma non è obbligatorio (all'Ins costa pochissimo). Si lessano le verdure (e voi intanto potete fare altro), si tritano e si aggiunge tutto il resto, si fa l'impasto e poi si fanno le palline (se volete le schiacciate), da infilare poi nel forno a 180 gradi per circa 15 minuti. Tempo? Circa 15 minuti per fare l'impasto, considerando che le verdure si cucinano da sole. Costo? Con un euro ci fate anche 4 medaglioni! Inoltre sono molto più sani di quelli confezionati, che spesso sono pieni di olio di palma!

Frutta-per-lestate

Frutta e verdura sono molto convenienti alla Pam, ci sono sempre buone offerte che costano meno di un euro al kg. Ma pure al Lidl non sono male. E non dimentichiamo che avere un orto sul balcone è facilissimo, ma questo ve lo spiegherò un'altra volta.

I succhi di frutta? Meglio autoprodotti, sono più sani. Se non avete la centrifuga o l'estrattore basta bollire la frutta (spelata e tagliata a pezzi), frullarla e allungarla con acqua; si conserva per due o tre giorni aggiungendo un goccio di limone. Nella versione raw basta frullare i pezzi di frutta (senza la pelle) e filtrare con un collino a maglia fine, poi ci aggiungete un po' d'acqua e limone.

gelato

Sempre con la frutta potete farvi un sacco di frullati, frappè e anche gelati che non ingrassano (la frutta non ingrassa e manco i zuccheri, solo l'amido ingrassa e la frutta non ne ha!): si spela la frutta, la si taglia a pezzi, la si congela e poi si tira fuori dal congelatore 10 minuti prima di essere frullata (basta) un semplice frullatore; oppure vi prendete l'elettrodomestico Tutti Fruity da dmcshop.it, che inoltre frulla e emulsiona e ci fate pure il burro di arachidi (io ce l'ho!).

Volete un ghiacciolo? Basta congelare negli appositi stampini del succo di frutta.

Volete una granita? Congelate del succo di frutta in un bicchiere di plastica o contenitore per due ore. Se invece il succo è già congelato, bisogna tirarlo fuori dal congelatore e aspettare circa 2 ore.

Sempre con frutta e verdura ci fate delle ottime minestre calde e fredde (gazpacho), ma ve ne parlerò un'altra volta!

latte-vegetale

Il latte si sostituisce con quello di mandorla, ottimo nel caffè e per fare i dolci. Altrimenti quello di soia all'Ins costa 1,09 al litro, no OGM! Ma di latte vegetale ce ne sono di molti tipi: di soia, di riso, di mandorle, di avena, di noci, di nocciole, di cocco, di miglio, di canapa, di pistacchio, di farro, di kamut, di arachidi… E potete pure autoprodurlo; ad esempio, per fare il latte di riso che in negozio viene sui 3 euro, prendete 10 g di riso, lo bollite in abbondante acqua per una ventina di minuti, aggiungete acqua fino a raggiungere un litro e frullate, se volete ci aggiungete un po' di zucchero di cocco che non alza la glicemia e va bene anche per i diabetici (ma è opzionale); attenzione, va bevuto freddo, altrimenti non è buono…, comunque vi costa tipo 0,01 cent al litro (1 euro diviso 1000 g= 0,001 x 10 g= 0,01… Ripeto, con un centesimo ci fate un litro di latte di riso!).

Le uova nei dolci si sostituiscono con olio EVO e qualche volta si aggiunge pure del latte vegetale.

La maionese si fa con una parte di latte di soia, due parti di olio di semi, un pizzico di sale integrale, un po' di curcuma, un cucchiaino di senape (facoltativo). Bisogna frullare nel becher (quel contenitore di plastica alto), altrimenti non monta, bastano pochi secondi. Dura due o tre giorni in frigo. Il costo è di pochi centesimi.

La panna si fa con una parte di latte di soia, una parte di olio di semi e un pizzico di sale integrale. Basta frullare per qualche secondo e otterrete una stupenda panna, al costo di qualche centesimo.

farifrittata

Per la frittata bisogna fare una pastella con acqua, farina 00 (o di ceci, non provate altre farine perché non riesce), un pizzico di sale integrale, un po' di curcuma. Volendo si possono aggiungere spezie, tipo della salvia. Bisogna sbattere la pastella con una forchetta, come se fosse delle uova, fino ad ottenere una densità (e quantità) simile alle uova sbattute (in verità viene un pochino più denso). Poi vi basterà friggere in una padella qualche verdura, cipolla, patate, broccoli, insomma, quello che volete; a cottura ultimata ci aggiungete metà della pastella, con una forchetta o cucchiaio di legno spostate la verdura, in modo che la pastella penetri bene e raggiunga il fondo della padella. Dopo un paio di minuti la frittata sarà cotta di sotto, quindi mettete un piatto sopra la padella e girate la frittata, che rimetterete nuovamente nella padella. Ci aggiungete il resto della pastella e lasciate cucinare un altro paio di minuti. Vi verrà una meraviglia! Il costo è inferiore a quello di una frittata normale, considerando che le uova costano molto, con tipo 30 cent ve la potete cavare. Il tempo impiegato è lo stesso che per fare una frittata con uova. In Spagna si usava questa tecnica durante la guerra civile (la classica frittata spagnola è a base di patate e cipolle) e potete usarla anche voi.

sushi vegan

Il pesce? Andate all'Ins e vi pigliate il tofu che lì costa pochissimo (anche alla Pam mi pare abbia un buon prezzo). Alla Pam ci trovate dei fogli di alga essiccata che servono per fare il sushi, costano sui 4 euro ma durano tantissimo. Prendete 50 g di tofu, lo spezzettate nel mortaio, ci aggiungete un filo di olio EVO, prezzemolo e aglio, pestate tutto a dovere. Poi prendete un foglio di alga e lo tagliate in 6 pezzi. Prendete un pezzo di foglio di alga e ci mettete dentro un po' del tofu preparato prima, arrotolate ed ecco pronto il vostro finto pesce; ripetete l'operazione fino a che finite il tofu. La cosa assurda è che sa di pesce! Effettivamente, il caratteristico sapore di pesce è dato dalle alghe, nel senso che i pesci mangiano le alghe e quindi la loro carne assume quel sapore. Quindi proteina+alga= caratteristico sapore di pesce. Pure qui il costo è di pochi centesimi e si fa in 5 minuti.

Con i fogli di alga ci fate pure il sushi vegan!

E se invece siete per il bio, allora vi raccomando l'Ins, ha prezzi bassissimi!

soldi vegan

Ora mettiamo che in cucina non ci sapete proprio fare, ma porca miseria, una zuppa pronta, una pasta al pomodoro o alla Norma, un risotto, una pizza con le verdure, un'insalata, un po' di frutta, qualche legume lesso, delle patate, un aglio, olio e peperoncino, vi costa proprio tanto? Ma trovate un'altra scusa!

La verità è che mangiare vegan conviene economicamente e tutto il resto sono scuse dell'ego!

P.S. La prossima volta vi dico come pulire la casa e il corpo economicamente, ecologicamente e vegan!

In arrivo un'era glaciale per colpa del consumo di carne!

14.5.16

Le verdure fermentate: panacea per il nostro intestino! | Il Cibo della Salute

Le verdure fermentate: panacea per il nostro intestino! | Il Cibo della Salute

Le verdure fermentate: panacea per il nostro intestino!

In macrobiotica si chiamano insalatini e dovrebbero essere presenti ad ogni pasto. Sono le verdure lattofermentate, preziose fonti di lattobacilli ed enzimi digestivi essenziali alla salute della flora batterica intestinale (la popolazione intestinale che svolge un ruolo di prevenzione importante).

Una sana flora batterica difende l'intestino da infezioni, rimuove tossine prodotte dalla putrefazione di sostanze alimentari, sintetizza vitamine, modula la risposta immunitaria. Rivestono una funzione molto importante per la nostra salute.

Come si preparano.
E' facilissimo prepararle!
Prendete le verdure, lavatele e tagliatele finemente. Le salate, con sale marino integrale (potete aggiungere anche un po' aceto di riso, acidulato di umeboshi, in caso di insalatini veloci), cominciando a massaggiarle (in questo modo noterete che le verdure cominceranno a perdere un po' del loro liquido) e le mettete in pressione (ovvero con un peso sopra).
Sarebbe comodo usare un pressaverdure. Diversamente, basterebbe mettere le verdure in un contenitore e coprirle con un piatto sul quale avrete posto un peso, lasciandole in un luogo fresco e asciutto, lontano da fonti di calore e di luce.

Vedrete che, con il passare del tempo (nel caso di verdure più Yin il tempo richiesto è maggiore) rilasceranno del liquido: lo Yin che viene fuori. Se vedete che dopo un'oretta non cacciano acqua, probabilmente avete salato poco: quindi aggiungete sale.

Di fatto, anche senza usare la fiamma, le verdure stanno subendo un processo di cottura (yanghizzazione) attraverso 3 elementi: sale, pressione e tempo.

Quanto tempo tenerle in pressione? In caso di radici (carote, ravanelli, daikon) potrete tenerle in pressione anche poche ore (1 o 2). Altre verdure, come il cavolo cappuccio rosso, potete tenerlo in pressione anche più giorni (ad esempio 5).

Quindi, le potete mettere in un barattolo, immergendole nel loro liquido (che servirà per conservarle, come avviene per la salamoia).

Si possono mangiare ad ogni pasto: circa un ciuffetto.

Un altro ottimo cibo fermentato è il miso.

13.5.16

I sentieri della Grande Guerra ad Asiago in bicicletta | Viagginbici

I sentieri della Grande Guerra ad Asiago in bicicletta | Viagginbici

I sentieri della Grande Guerra ad Asiago in bicicletta

asiago in bicicletta

Il territorio è noto per esser stato uno dei luoghi più funestati dalla Prima Guerra Mondiale, anzi possiamo dire che la I Guerra (definita "grande"), è stata combattuta soprattutto qui. Ne porta ancora i segni: l'abbassamento – incredibile – di qualche metro di alcune vette, come l'Ortigara, a forza di cannonate!

asiago in mtb

E ovunque forti, trincee, postazioni, tagliate, osservatori e i 600 km di sentieri sterrati in ottimo stato: d'inverno perfetti per sci nordico e ciaspole, d'estate per Mtb e trekking. Purtroppo la guerra ha raso al suolo tutto – paesi e foreste – così da vedere a livello artistico non c'è nulla: è l'habitat a farla da padrone, è questo l'appeal del territorio! Gli alberi esistenti sono stati piantati a fine guerra: il bosco è giovane e ovunque spazi lo sguardo, non si vedono che pascoli, campi pieni di fiori, malghe, bovini e, seminascosti ma in posizione strategica: forti, osservatori, tagliate, trincee, ora visitabili, ristrutturati col finanziamento europeo per ben 6 milioni di euro del progetto: "Ecomuseo della guerra".

altopiano asiago

L'Altopiano che ci accoglie, non fa certo pensare ad un massiccio carsico, perchè il verde brillante e l'andamento altalenante, lo fa assomigliare più a un'area collinare che montuosa. Se ci vieni una volta, non puoi non tornarci: è un habitat unico, che nulla ha che vedere con gli altri comprensori alpini. Perciò "natura, natura, natura": questa è la ricetta per chi ama le attività outdoor!

ANDAR PER MALGHE …..

La cosa migliore è fare un piccolo assaggio, pedalando in un'area ricchissima a livello ambientale. Sembra di essere in mezzo ad un giardino botanico, nel percorso del "Giro delle malghe". La bellezza di questo tour di 42 Km., sta nella varietà di sentieri – sempre in mezzo ai boschi, su sterrati di varia difficoltà.

giro malghe

Il nostro itinerario prende avvio dal parcheggio del Museo della guerra a Canove.  Da qui si percorrono 4 km in sterrato, fino all'incrocio in direzione "Boscon Cemetery". In 1 km si è davanti al Cimitero. Pedalando potremo vedere dal vivo quanto qui la guerra sia stata crudele e  come a distanza di un secolo è tenuto un cimitero inglese, che è…di proprietà della corona britannica, è suolo inglese e si vede: sembra il green di un golf!

cimitero asiago

Ripresa la Mtb, dopo circa 1 chilometro affronteremo la salita più impegnativa del giro, lunga circa 4,8 chilometri, che ci porterà a scollinare davanti al Bar alpino. Da qui supereremo Malga Carriola e poi in asfalto, affronteremo un tratto con due tornanti che subito si allunga in una salita leggera e costante in direzione "Montecorno". Ora per 5 km. si pedala in piano, in mezzo ad un giardino spontaneo. Il fondovalle sembra ad un tiro di sasso, invece il dislivello è di quasi 1000 mt.! Si superano così Malga Fondi, Malga Serona, Malga Cimaforte…di nuovo sterrato, ma pianeggiante, scorrevole – sempre sul ciglio dell'Altopiano. Se non c'è foschia si arriva a vedere la laguna di Venezia! Tornati in asfalto, si oltrepassa Rifugio Montecorno (mt. 1300), per sostare a malga "Pian di Granezza", per una degustazione di prodotti tipici e anche fare acquisti!

sentiero grande guerra in mtb

L'Altopiano è noto per fortuna anche per motivi meno dolorosi della guerra, anzi golosi: è la patria dell'Asiago, il formaggio più diffuso nel mondo…sì, più del parmigiano! Solo se lo si gusta quassù, se ne assaporano appieno la fragranza e i profumi di erbe e fiori selvatici. Fra le varie qualità spicca lo stagionato, noto come Stravecchio (meglio se di malga). L'Altopiano è infatti il luogo con la più alta concentrazione di malghe d'alpeggio d'Europa: ben 85! La stagionatura dell'Asiago arriva a 36 mesi: lo si potrebbe paragonare al parmigiano, solo che con una nota piccante ed un colore paglierino. Ogni anno è indetto in una località delle Alpi un "Concorso internazionale di formaggi stagionati" e puntualmente lo Stravecchio vince su tutti, compresi i vari parmigiani dell'Appennino. Un  casaro locale, Antonio Rodeghiero Nickel – anni 83 – è riuscito, grazie alla qualità dei suoi prodotti, a far diventare il suo stravecchio "Presidio Slow Food" (Malga di Porta Manazzo – mt. 1738). La sua è una piccola produzione: pare incredibile, ma 200 forme di stagionato sono riservate anno dopo anno ai migliori ristoranti di Tokio e New York!

Risalire in sella per una discesa mozzafiato di alcuni km., è il miglior digestivo possibile. Dopodichè, un tratto pianeggiante porta ad imboccare la statale Asiago/Bassano. Da Asiago si torna al parcheggio del Museo a Canove, lungo il primo tratto dell'ex-ferrovia, che parte dal parco Millepini.

camporovere asiago

Se si intende restare ancora un giorno, molte sono le strutture ricettive adatte a tutte le tasche, dove farsi coccolare e gustare le golosità della tradizione contadina e montanara, che presenta molte affinità con quella tedesca. D'altronde, per via dei cosiddetti "cimbri", che vi soggiornarono, qui si parlava dialetto tedesco e son state mantenute molte delle tradizioni nordiche, come affumicare lo Speck o fare molto uso di patate ed erbe spontanee. E in giro, non vedremo che cartelli di toponimi in cimbro!

Due opzioni:

Albergo "Alla vecchia stazione" – Canove (www.allavecchiastazione.it)

Locanda "Alla stella" – Camporovere (www.locandaallastella.com)

Per cena vi suggeriamo due piatti tipici: polenta, Asiago fuso e funghi oppure Gnocchi di patate di Rotzo,

…..O PER FORTINI 

Ecco un'altra proposta, con l'obiettivo di visitare un forte della Prima Guerra: il "Forte Interrotto", che non si chiama così in quanto…interrotto, ma perchè collocato su una sommità dominante il territorio e di derivazione celtica: "Interknot", antica area di riti druidici.

forte interrotto in bici

Sempre partendo dal parcheggio del Museo della guerra a Canove, si percorrono 2 chilometri, fino a Camporovere. Dal centro del paese si imbocca a sinistra la strada asfaltata "via Monte Interrotto" e  si inizia a salire in modo graduale. Mano a mano il panorama si apre in modo stupefacente su tutta la conca centrale del territorio…

Il Forte lasciato per un secolo in stato di abbandono, ora è stato rimesso in sicurezza. Questo ci consente di immaginare per un attimo, quale fosse la vita militare. La struttura sembra un fortino spagnolo ed è fantastico, dopo la salita un po' faticosa soffermarsi e godere del panorama a 360°!

Ripresa la bicicletta, si imbocca il "Sentiero della pace 187 – CAI".  A  2 chilometri e 5 tornanti dal forte  si scollina, e dopo un rettilineo, si inizia a scendere in direzione del I° e II° Cimitero del Monte Mosciagh.

sentieri guerra bicicletta

E' un bel tratto, non impegnativo. Anche qui è il caso di fare una pausa – anche di riflessione – soprattutto se andiamo a leggere le date di nascita dei soldati…dei ragazzi, morti in terra straniera, senza un perchè! Lo stile è totalmente diverso da quello del cimitero inglese: qui non viene una delegazione austriaca apposta per sistemarlo, qui la neve e le intemperie lasciano il segno sul nudo legno delle croci…

Dopo la doverosa sosta, riprendiamo a pedalare seguendo l'indicazione: Croce del francese", lungo discesa che porta ad Asiago. E via a mozzafiato, sempre in ombra in mezzo al bosco, per pregustare l'ultima sorpresa, la vista della piana che si apre magicamente sotto di noi: l'Aeroporto, l'Osservatorio astrofisico, il Monumento ai Caduti del Laiten, il secondo in Italia dopo Redipuglia, con 55.000 salme, di cui 30.000 ignote.

altopiano asiago

Una volta arrivati ad Asiago centro, rientriamo al parcheggio del Museo a Canove, chiudendo l'anello lungo la strada della ferrovia, che si innesta al Parco Millepini.

Abbiamo trascorso due giorni intensi, sia per la bellezza dei luoghi sia per le delizie culinarie che abbiamo gustato ma ancora più, per ciò che questi luoghi ricordano, fra forti, cimiteri e testimonianze dei dolorosi eventi accaduti. Eventi che non devono essere dimenticati anzi, in occasione del centenario della guerra, devono essere celebrati per trasmettere alle generazioni future quanto sia una  brutta la guerra e certamente, mai…"grande"!

Reportage Beppa Rigoni