ROMA - "Dopo il parere dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) che lo ha definito un probabile cancerogeno, l'Olanda sta mettendo al bando il glifosato mentre Francia e Brasile si accingono a farlo. Il governo italiano invece si è dichiarato a favore di un 'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari' che prevede un ampio utilizzo di questi prodotti sotto l'etichetta della sostenibilità". La denuncia è di Maria Grazia Mammuccini, portavoce del Tavolo delle associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica di cui fanno parte 14 sigle (tra cui Aiab, Associazione per l'agricoltura biodinamica, Fai, Federbio, Legambiente, Lipu, Slowfood, Wwf).
Il glifosato è l'erbicida più utilizzato al mondo: dal 1992 al 2012 il suo uso è aumentato di 140 volte negli Stati Uniti: uno sviluppo collegato anche alla crescita delle coltivazioni ogm che sono resistenti a questo erbicida. "Il governo italiano per ora non ha raccolto nessuna richiesta che proviene dal mondo delle associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica", accusano gli ambientalisti. "Nel Piano di azione nazionale non sono previste azioni concrete per ridurre l'utilizzo dei pesticidi, e invece di favorire la diffusione di pratiche che non ne fanno uso come l'agricoltura biologica e biodinamica, si lavora solo per garantire l'obbligo di rispettare le prescrizioni in etichetta: così si aggrava il peso economico e burocratico sulle spalle degli agricoltori senza ridurre i pesticidi".
Monsanto, la multinazionale che produce il glifosato sotto il marchio commerciale di Roundup, ha definito il rapporto dello Iarc "scienza spazzatura" e pochi giorni fa ha chiesto all'Organizzazione mondiale per la sanità (di cui lo Iarc fa parte) il ritiro del rapporto. Secondo Philip Miller, vice presidente della multinazionale, "lo Iarc ha volutamente scelto di ignorare dozzine di studi che supportano il giudizio di non pericolosità per il glifosato".
Un contrasto che rilancia le polemiche. Anche perché l'Italia, in base ai dati del rapporto dell'Ispra del febbraio scorso, in Europa occidentale è il maggiore consumatore di pesticidi per unità di superficie coltivata, con valori doppi rispetto a quelli della Francia e della Germania. Molto alto anche il numero delle sostanze di cui si trovano tracce nelle acque: 175 tipologie di pesticidi (tra i più presenti il glifosato) nel 2012 a fronte dei 166 del 2010 e dei 118 del biennio 2007-2008.
Il glifosato è l'erbicida più utilizzato al mondo: dal 1992 al 2012 il suo uso è aumentato di 140 volte negli Stati Uniti: uno sviluppo collegato anche alla crescita delle coltivazioni ogm che sono resistenti a questo erbicida. "Il governo italiano per ora non ha raccolto nessuna richiesta che proviene dal mondo delle associazioni ambientaliste e dell'agricoltura biologica", accusano gli ambientalisti. "Nel Piano di azione nazionale non sono previste azioni concrete per ridurre l'utilizzo dei pesticidi, e invece di favorire la diffusione di pratiche che non ne fanno uso come l'agricoltura biologica e biodinamica, si lavora solo per garantire l'obbligo di rispettare le prescrizioni in etichetta: così si aggrava il peso economico e burocratico sulle spalle degli agricoltori senza ridurre i pesticidi".
Monsanto, la multinazionale che produce il glifosato sotto il marchio commerciale di Roundup, ha definito il rapporto dello Iarc "scienza spazzatura" e pochi giorni fa ha chiesto all'Organizzazione mondiale per la sanità (di cui lo Iarc fa parte) il ritiro del rapporto. Secondo Philip Miller, vice presidente della multinazionale, "lo Iarc ha volutamente scelto di ignorare dozzine di studi che supportano il giudizio di non pericolosità per il glifosato".
Un contrasto che rilancia le polemiche. Anche perché l'Italia, in base ai dati del rapporto dell'Ispra del febbraio scorso, in Europa occidentale è il maggiore consumatore di pesticidi per unità di superficie coltivata, con valori doppi rispetto a quelli della Francia e della Germania. Molto alto anche il numero delle sostanze di cui si trovano tracce nelle acque: 175 tipologie di pesticidi (tra i più presenti il glifosato) nel 2012 a fronte dei 166 del 2010 e dei 118 del biennio 2007-2008.
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